Lo Stato siamo noi, siamo “noi cittadini” i titolari del “nostro stato”. Proprio per questo spetta a tutti noi, soprattutto a chi ha contribuito maggiormente e ha quindi più meriti, difendere la democrazia. La nostra rappresentatività è la nostra voce e serve a far rispettare la nostra volontà. La casta insediata al governo si è in parte auto-eletta con scaltrezza, attraverso liste, in diversi casi, fatte da pochi, che ora legiferano approfittando dei nostri risparmi e/o dissipandoli, grazie a un’infinità di leggi fatte su misura, creandosi stipendi, liquidazioni e pensioni esagerati, con costi non più competitivi e sostenibili per il Paese. Così facendo, questi individui creano una casta allargata di strutture costose e inutili e una burocrazia che sta danneggiando il nostro lavoro. Tutto ciò impedisce di avere una giustizia veloce, efficace e immediata. Anche la scuola, la formazione e le università sono ormai ingessate.  Nel nostro Paese  ci impediscono quell’indispensabile rinnovamento e non contribuiscono all’innovazione, al lavoro e all’intraprendere presente, contrariamente agli stati più virtuosi, che vedono la democrazia e lo sviluppo progredire.

Servono alcune azioni e leggi per rimanere nei paesi virtuosi dell’OCSE e modernizzare lo Stato, come la legge 10×1, riduzione del 90% del numero di leggi con accorpamento in leggi quadro snelle e chiare. Tutto quello che può esser fatto via web (comunicazioni, autorizzazioni, ecc.) deve diventare lo standard: trasparenza e pubblicazione via web di tutti gli atti, bilanci, reddito e patrimoni dei funzionari pubblici. Il silenzio assenso va applicato a tutte le procedure, i funzionari pubblici devono essere a servizio dei cittadini e non viceversa, i negligenti vanno rimossi ed esautorati dalla loro funzione. Quello che non è espressamente proibito per legge deve essere ammesso e non soggetto ad autorizzazioni o burocratismi paralizzanti. Inoltre referendum propositivo per leggi o provvedimenti via posta certificata quando richiesto da più di 50.000 cittadini; adottare un numero di parlamentari rapportati al PIL e alla popolazione, al massimo 100, con un abbattimento dei costi della politica del 90%; ridurre del 90% il personale e i costi relativi alla Presidenza della Repubblica (ca.1700 persone, 220 milioni/anno); limitare i mandati pubblici, (di parlamentari, assessori, presidenti di Regione/Provincia, e sindaci) a un massimo di 2/3 e comunque per una durata non superiore ai 12 anni, terminati i quali, i politici non dovrebbero più operare come delegati, dipendenti, lobbisti o con altri incarichi per enti, partiti o società di qualsiasi tipo (incluse le fondazioni) che abbiano partecipazioni o usufruiscano di finanziamenti/fondi pubblici superiori al 10-30% del loro fatturato. Si potranno stabilire delle deroghe oltre questo periodo solo per quei politici che accettino di essere votati individualmente dai cittadini ed ottengano la maggioranza per governare Enti o Istituzioni.

La Politica non deve più essere un mestiere o un modo per arricchirsi, ma un servizio al cittadino, per un tempo limitato e con dei princìpi indiscutibili di etica ed integrità.

PROPOSTE NEL DETTAGLIO

A – La remunerazione di tutti i rappresentanti politici, dei dirigenti e dipendenti di enti ed aziende pubbliche o parapubbliche va commisurata al reddito medio del cittadino italiano. Il tetto massimo, rapportato al reddito medio dei cittadini che i politici amministrano, andrebbe fissato, ad esempio, da 2 a massimo 3-5 volte il reddito medio degli italiani. Sulla base delle responsabilità e dell’impegno richiesto.

B – Snellimento dello Stato e delle leggi, abbattimento della burocrazia e federalismo funzionale: i “feudi burocratici” devono modernizzarsi attraverso una “politica” definita 10 x 1 (dieci per uno o all’inglese: Ten4one).  Il nostro governo dovrà tradurre in sole 7.000 leggi quadro (come negli USA) le 40.000 leggi e 260.000 regolamenti attuativi che ingessano la nostra economia attualmente. Per ogni 10 commissioni o dipartimenti che bloccano il nostro sviluppo, andrà scelto un responsabile (chiamiamolo assessore, commissario o con un altro nome) che agisca dinamicamente rispondendo dei risultati. Per ogni 10 costosi procedimenti burocratici che impediscono alla nostra democrazia di svilupparsi, servirà un solo bravo funzionario attivo e concreto. Bisognerà passare dagli attuali 10 anni di media per dirimere qualsiasi questione giudiziaria ad 1 anno. Questi provvedimenti permetterebbero all’Italia di svoltare e crescere. Fino a quando questo non avverrà, noi saremo relegati a non crescere, a impoverirci, rimanendo “impantanati”. Dobbiamo diventare dinamici e vivi, non adagiarci e lasciar deperire il Paese!

C – Adozione di forme diffuse di autocertificazione, di uso del web e posta elettronica certificata (e-mail PEC) per tutte le procedure, autorizzazioni, domande, pratiche legali e amministrative. Le risposte e i chiarimenti riguardo le pratiche dovranno essere evase obbligatoriamente entro massimo 90 giorni. Il silenzio dovrà, di norma, divenire assenso. Sarà necessario un ribaltamento del ruolo del dipendente, il quale dovrà essere al servizio del cittadino e non viceversa. Tutte le leggi e gli incentivi allo sviluppo dovranno essere automatizzate, senza lasciar spazio a corruzioni o giudizi di parte, con la formula del credito d’Imposta. Allo Stato non costerebbe nulla. Rinunciando a una parte delle tasse imposte alle aziende che favoriscono ricerca, innovazione e sviluppo, assumono personale e contribuiscono meritevolmente al sistema Paese pagando le tasse, elimineremmo i 30 miliardi all’anno oggi distribuiti dallo Stato alle solite imprese note. Tutto ciò che è possibile fare con strumenti digitali deve diventare la prassi o meglio un obbligo di legge. Lo Stato, le regioni e i comuni dovranno ridurre in 5 anni del 20/30% i loro costi (diminuendo amministratori e relativi portaborse, snellendo la burocrazia, accorpando i servizi fra comuni, utilizzando eventualmente le strutture delle province per creare rete fra i comuni, automatizzando i processi ecc. Al fine di attuare una razionalizzazione e favorire un risparmio sui costi).

D – Tutto ciò che non è esplicitamente proibito è lecito e tutte le leggi e le procedure vanno interpretate in maniera positiva, pro-attiva e non restrittiva. Tutti i funzionari governativi, a tutti i livelli (Stato, Regione, Comune) devono operare con uno spirito di servizio al cittadino, facilitando l’evasione delle pratiche nella maniera più veloce e costruttiva. Si dovrà operare via posta elettronica digitale dove possibile, bisognerà legittimare l’autocertificazione, i colloqui via teleconferenza, via Skype o similari, semplificare ogni pratica o evasione delle stessa. Qualora i funzionari non ottemperino con spirito di servizio al cittadino, risponderanno dei ritardi o dei danni e, dopo 3 mancanze gravi, potranno essere licenziati con esclusione perpetua da ogni impiego pubblico (non avendo dimostrato le attitudini minime richieste).

E – I cittadini hanno diritto a un’informazione completa e trasparente. Tabelle comparative di efficienza ed efficacia sono gli strumenti indispensabili che i cittadini devono pretendere, al fine di conoscere come gli individui che loro hanno eletto stanno usando i loro stessi soldi. Le proposte dimostrano che questo è possibile. Non possiamo più tollerare che attraverso una mendace, monopolistica e parziale informazione pilotata dai media nazionali, finanziati dallo Stato e dai partiti ci venga tolto i 1° diritto: essere trasparentemente informati. Se non siamo informati di ciò che fanno e producono i nostri politici, non saremo in grado di sapere quanto bene o male questi abbiano agito per nostro conto e come abbiano gestito i nostri risparmi. Veniamo a conoscere solo oggi, a causa di una mancanza di trasparenza e informazione, che hanno cancellato il futuro dei nostri figli e nipoti riempiendoci di debiti; questo non deve ripetersi mai più.

F – Federalismo vero, funzionale ed efficiente, vicino al cittadino. Sappiamo con certezza le cose che devono diventare i pilastri del “Buon Governo” del nostro Paese e per il nostro Paese intendiamo il nostro Comune, la nostra Regione e la nostra Nazione oltre che la nostra Europa. Sappiamo con certezza che altri paesi ben governati, come gli USA, la Svizzera ed altri paesi OCSE, hanno saputo creare più benessere, sicurezza, democrazia e libertà prelevando dalle tasche dei cittadini circa la metà di quanto i cittadini onesti versano oggi nel nostro paese; dobbiamo dire BASTA e cambiare. Un federalismo fiscale e funzionale deve partire dal Comune, al quale siano delegate tutta una serie di funzioni vicine al cittadino, a partire dalla riscossione delle tasse che devono rimanere, come negli stati federali efficienti, al 35% almeno nel comune di residenza. Funzioni quali il controllo della presa e della spesa e la gestione delle necessità primarie del cittadino risulteranno più gestibili e più economiche se fatte in ambito locale.

DATI E FONTI

Come viene utilizzato/gestito il nostro denaro:

– il 100% di prelievo dalle buste paga

– il 50% di tassazione sui redditi d’impresa

– il 21 o 23% dell’IVA che paghiamo quando comperiamo qualsiasi bene di consumo (mangiare, vestire, abitazione ed altro)

– il 60% circa di tassazione che versiamo sul prezzo dell’energia e del pieno di gasolio o benzina

Sono i nostri soldi, quelli che affidiamo agli individui che abbiamo eletto e che dovrebbero scrupolosamente e diligentemente render conto a tutti noi di come e dove vengono spesi.

Attualmente i soldi gestiti dagli amministratori (per oltre il 50/70% del nostro reddito) ammontano a circa 800 miliardi all’anno, oltre il 50% dell’intero prodotto lordo nazionale. La media degli stati OCSE oscilla tra il 35% e il 40% circa (10-15% in meno di tasse. Dobbiamo tagliare la spesa pubblica del 15/30% per ritornare competitivi, dagli attuali 800 a 700-600 per avvicinarsi ai 500 miliardi/anno).

Lo Stato deve velocizzare e recuperare l’enorme GAP nell’uso di internet. L’80% delle imprese in Italia fa uso dei servizi on line ma solo il 40% della popolazione/cittadini fa lo stesso, contro la media dei virtuosi OCSE che supera il 90%.

L’Italia secondo il rapporto OCSE di settembre 2012 effettua solo il 18% delle procedure via web, contro il 70% dei 5 paesi OCSE migliori (la media sui 34 paesi OCSE è comunque oramai vicina al 50%), sembra quasi che siamo abituati a questo macchinoso feudalesimo burocratico.