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1.623 Commenti

  1. Federica_56

    impresa che determina, ricordiamolo! Fra l’80% e 90% delle entrate dello stato, che provvede con il proprio lavoro, tributi e tasse alle pensioni, alla sanità, all’istruzione, alla sicurezza e funzionamento del welfare; possiamo ben dire che senza impresa non ci sarà assistenza sociale, che lo stato fallisce e che la popolazione impoverisce: esattamente quello che succede da 20 anni, accentuatisi negli ultimi otto!

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  2. signor NESSUNO

    NESSUNO VI DICE!!??? …. nessuno dice, ne governanti ne media, che la prima, sostanziale e quasi unica ragione del fallimento delle Banche è il crollo dell’economia e delle imprese; nessuno dice che grazie alle imprese, si genera il lavoro, i prodotti, l’occupazione, il reddito dei cittadini e quindi si generano professioni, commercio, banche; e nessuno ci dice che fra l’80 ed il 90% delle entrate dello stato derivano dalle imprese; che senza imprese, senza una sana e libera concorrenza, non c’è mercato e quindi non c’è, e non ci sarà, una crescita economica; nessuno vi dice che lo stato deve fare il regolatore e non male l’imprenditore (il 75% dell’economia italiana è statale o parastatale); la prima e vera causa del degrado e della crisi è dovuta ad una cultura contrari all’impresa

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  3. FIDO16

    BASTA BUROCRAZIA, MA PERCHè NON SI IMPONE A TUTTI GLI ENTI CHE, ANZICHE’ MANDARCI LETTERE E RACCOMANDATE, CI SCRIVANO CON LA POSTA CERTIFICATA; risparmieremo da 10-20 mld/anno Efficentamento di tutte le P.A. e di tutti gli Enti Statali e Parastatali con soluzioni, digitalizzazione dei processi, che liberino i cittadini dal dover sprecare tempo e denaro in file e richieste/autorizzazioni, che dovrebbero essere richieste e consegnate via Posta Elettronica Certificata includendo anche interrogazioni, referendum, voto ecc.ra….ecc.ra DITELO AI POLITICI PIGRONI E RETROGRADI

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  4. AntonMaria

    Nelle nostre aziende cerchiamo e scegliamo sempre il miglior fornitore al minor prezzo; nel pubblico, maleddettamente invece, sembrano tutti spreconi e scelgono troppe volte il più caro… forse perchè la loro percentuale di ruberie è proporzionale al prezzo? più alto è il prezzo più questi incassano, RUBANO!
    Leggo: 20-30 mld/anno Sprecati-dissipati dai vari Enti, eliminabili con una legge che imponga l’adozione dei Costi Standard (il prezzo/fornitore migliore deve essere adottato da tutti)
    MA PERCHE’ I NOSTRI POLITICI NON FANNO LEGGI GIUSTE E SOPRATUTTO INTELLIGENTI? se non le fanno significa che sono tutti, o in larghissima maggioranza, corrotti… ma il popolo non è coglione e capisce, e vota 5 stelle!

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  5. FED-33

    SE IL WELFARE, SE I BENEFICI SOCIALI, FOSSERO DATI SOLO A CHI NE HA BISOGNO, A CHI NON E’ RICCO, RISPARMIEREMO DAI 50-100 mld/anno Escludendo (gradualmente) per legge dai benefici di welfare, sanità, scolarità e Pensioni chi è già ricco; sull’esempio del successo ottenuto in Australia che ha fatto risparmiare allo stato il 50-60% della spesa di welfare…”NESSUNO RESTI INDIETRO” sarebbe questa una misura di Giustizia Sociale, escludendo giustamente da una parte del Welfare quella fetta di ricchi (e benestanti) che hanno visto il loro reddito incrementarsi, mentre tutte le altre Classi Sociali se lo sono visto diminuire! come è stato ampiamente illustrato dalla Banca d’Italia a maggio 2016

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  6. Rudy

    LA CORRUZIONE, CHE VEDIAMO ANCHE IN QUESTI GIORNI E’ IL VERO DILEMMA, E CANCRO ITALIANO; Una corruzione endemica, elevata a sistema, e permeata soprattutto nel 75% dell’economia statale o parastatale; stime concordi nazionali ed internazionali giudicano lo sperpero e ruberie fra i 60 ed i 90 miliardi di euro/anno, a quando una vera legge drastica contro la corruzione; chi ruba ce li troviamo poi, dopo poco, liberi e ritornano a rubare!

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  7. FreshNews

    Ancora 150 mld per le Banche, DISSIPAZIONE del denaro pubblico che probabilmente verrà preso dai risparmi degli italiani con una patrimoniale ?…MA NON ERA PIU’ INTELLIGENTE, più utile a tutti i cittadini non distruggere il tessuto imprenditoriale ? (Italia -25% di imprese, Germania +25%); Una tassazione abnorme e penalizzante verso i produttori (imprenditori e lavoratori) figlia di una cultura ostile e burocratica verso chi fa impresa, che ha distrutto interi settori nevralgici del Paese: Nautica -92% di fatturato; Edilizia -75%, – Latte, – Olio, Blocco Russo ecc… uccidono interi settori; valori immobiliari -50%! impoverendo così il 72% degli italiani (NB: 72% di voti sensibili), proprietari di casa, e creando, per effetto domino, insolvenze insostenibili nelle Banche che li hanno finanziati; non saremmo arrivati a questo sfacelo se i Governanti avessero adottato i suggerimenti e le proposte di legge, del 2012-14, della ReteSI.org (S.I. = Salviamo l’Italia)

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  8. FU-98

    L’OCCIDENTE CONTINUA A BOMBARDARE ED IL TERRORISMO SI ESPANDE; ma possibile che non ci siano altre soluzioni pacifiche e diplomatiche per risolvere le questioni? possibile che si dialoghi solo con le bombe e terrorismo?
    Ma perchè paghiamo i diplomatici se non sanno usare la diplomazia?

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  9. Ram Sette

    Anche la Spagna non crede a Podemos, quel partito rivoluzionario, tipo i 5S che hanno conquistato Madrid; purtroppo i cittadini, sopratutto di Madrid, li hanno dato meno voti
    Sarà lo stesso con le città di Roma e Torino: è facile contestare, molto più difficile governare meglio dei precedenti partiti

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  10. BREXIT SCETTICO

    METTIAMOCI IL CUORE IN PACE, con il BREXIT è iniziata la disintegrazione dell’Europa

    La previsione di Soros: inevitabile una disintegrazione dell’Ue
    Le conseguenze della Brexit sull’economia reale saranno paragonabili a quelle della crisi finanziaria del biennio 2007 – 2008

    Dice Soros: “Lo scenario catastrofico che molti temevano si è materializzato rendendo la disintegrazione dell’Unione europea praticamente irreversibile». La prima vittima del referendum sulla Brexit sarà la Gran Bretagna stessa, a suo parere, ma gli effetti economici e politici sono destinati ad allargarsi a macchia d’olio sul resto del continente: «I mercati finanziari in tutto il mondo resteranno probabilmente in agitazione fino a quando il complicato processo di divorzio politico ed economico dalla Ue non sarà negoziato. Le conseguenze per l’economia reale saranno comparabili solo alla crisi finanziaria del 2007-2008».

    Soros si è però convinto che è in particolare in Europa e nell’area euro che si concentreranno i problemi più acuti. «Le tensioni fra gli Stati membri hanno raggiunto il punto di rottura – scrive – non solo sui rifugiati, ma anche come risultato delle tensioni eccezionali fra Paesi debitori e creditori all’interna della zona euro». È qui che il finanziere americano si concentra in particolare sulla situazione dell’Italia, oggi considerata da molti sui mercati il più importante anello debole su cui rischia di scaricarsi l’impatto del referendum inglese. «In Italia la caduta del 10% del mercato azionario in seguito al voto sulla Brexit segnala chiaramente la vulnerabilità del Paese a una crisi bancaria conclamata, che potrebbe portare al potere il movimento populista 5 Stelle già l’anno prossimo».

    La risposta più efficace sarebbe un rilancio immediato dei principali governi: un rapido accordo fra Francia, Italia e Germania per creare un meccanismo finanziario di assicurazione europea all’interno dell’Unione bancaria, e almeno l’inizio di un bilancio comune dell’area per sostenere le economie colpite da uno choc o una recessione. Ma Soros è scettico: la situazione attuale, scrive, «non promette bene per un serio programma di riforme dell’area euro, che dovrebbe includere una reale unione bancaria, una limitata unione di bilancio e meccanismi molto più forti di delega e responsabilità democratiche. E il tempo non è dalla parte dell’Europa».

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