B-DETTAGLI alla CECK LIST; CONTRIBUTI al BUON GOVERNO del Nostro Paese dalle principali Associazioni Imprenditoriali del Nordest.  Idee, Argomenti e possibili soluzioni (risparmi di spesa) da analizzare ed eventualmente attuare.

Considerando che i due terzi (il 66%) delle entrate dello stato (IVA sui prodotti e servizi, IRPEF+IRES+Contributi sul lavoro …) dipendono dalle imprese con i loro lavoratori e che il benessere di tutti i cittadini, e del loro voto, sono determinati dalla rinascita economica nazionale.                                                                                                   DRAFT del 8 dicembre 2018.

Serve un Piano a medio e lungo termine, una Strategia e Visione. Per raggiungere l’equilibrio del Bilancio dello Stato, non si può agire sempre e solo sul lato delle entrate aumentando le imposte e tasse a carico dei cittadini e delle imprese, come hanno spesso fatto i governi del passato perdendo voti e rappresentanza. La pressione fiscale in Italia è troppo alta e frena ogni sviluppo economico.  Un bilancio pubblico sostenibile richiede interventi seri e non di “pura propaganda” di riduzione della spesa pubblica. In tal senso serve un serio piano di riorganizzazione e ristrutturazione del settore pubblico – sia quello centralizzato (Ministeri ed organi pubblici centrali) che quello periferico (Regioni, Comuni ed enti pubblici locali) – che, progressivamente nel medio-lungo termine e con l’introduzione di sistemi di informatizzazione e digitalizzazione delle attività e dei processi amministrativi pubblici, riduca sensibilmente il numero dei Comuni, Province e Regioni, riducendo i dipendenti pubblici e la relativa spesa pubblica, introducendo efficienza e meritocrazia, senza licenziare ma bloccando il turnover o utilizzandoli in servizi pubblici nuovi, innovativi e produttivi.

Un Paese competitivo non può prescindere da una P.A. efficiente. Attualmente, l’analisi della spesa per individuare possibili tagli è svolta da ciascun Ministero singolarmente, e manca una strategia per rendere più efficiente la spesa. Il processo di revisione della spesa va migliorato: non basta tagliare, bisogna anche “ristrutturare” il processo di spesa, in uno sforzo che coinvolga tutti gli attori.

Chiediamo l’introduzione dell’obbligo di spending review di legislatura, con obiettivi pluriennali per le amministrazioni centrali, da realizzare con team multidisciplinari sotto il coordinamento di una delivery unit presso la Presidenza del Consiglio. Prevedendo un sistema di monitoraggio (benchmark) per legge dove a servizi simili o eguali gli ENTI devono adeguarsi gradatamente, in 2-4 anni, allo standard dei migliori ottenendo un risparmio stimato dai 20 ai 50 mld annui.  

 

1-Autonomie e Infrastrutture: Pedemontana Veneta – Tav – Strade digitali,  ecc ….il Nord-Est paga un isolamento logistico frutto di errori del passato. Verifiche su costi-benefici vanno fatte in corsa, senza fermare o rallentare le opere, altrimenti avremmo un aggravamento dei tempi e costi.

Se non ci saranno fondi statali o EU necessari alle opere concediamo almeno una autonomia alle regioni, in progetti urgenti, liberando le risorse al fine che li possano eseguire autonomamente.

 

(Una analisi costi-benefici va fatta in fase di pianificazione e programmazione delle risorse pubbliche. Fare ora una analisi costi-benefici su opere già avviate (ed in alcuni casi già in fase avanzata di completamento) non ha nessuna logica finanziaria e di programmazione economica poiché i fondi stanziati (e disponibili) per tali opere non sono immediatamente dirottabili ed utilizzabili su altre opere di (eventuale) maggiore utilità (ammesso che ce ne siano); senza poi considerare che “uscire” da progetti, contratti e cantieri già avviati comporta costi (in termini di penali e di ripristino del territorio) che, esse si, sono uno spreco di risorse pubbliche. Utilizzare il pretesto della “analisi costi-benefici” è una mera perdita di tempo e di energie rispetto ad investimenti in infrastrutture strategiche, come lo sono l’alta velocità ferroviaria (TAV), le arterie stradali in zone altamente industrializzate (Pedemontana veneta) a meno che queste analisi dimostrino di saper fermare distrazioni di fondi o denari pubblici o addirittura corruzioni come avvenuto per il MOSE).

 

 

2- Riduzione consistente dell’IRAP e tetto all’ IMU (entro…). L’IRAP è una assurda tassa sulla manodopera e sugli interessi passivi, unitamente all’IMU ha fatto fallire diverse aziende che occupano tanti lavoratori o che hanno superfici estese, spesso inversamente al loro fatturato e utili; L’IRAP dovrebbe esser tolta e, per equità, va posto un tetto all’IMU su tutte le attività produttive sia industriali che del turismo e servizi. Al fine di evitare disparità e depauperamento delle imprese dobbiamo porre un tetto, come percentuale max, dell’IMU proporzionata o all’utile netto (max 5%) o meglio al loro fatturato (max 0,5%);

 

3- Parallela ed immediata attuazione del Reddito di Cittadinanza, in attesa della implementazione dei centri per l’impiego, autorizzare una riduzione consistente dei contributi e tasse da 2 a 3 anni per assunzioni disoccupati, immigrati o under 35 su tutto il territorio nazionale. Lo stato risparmierebbe così 780 euro/mese per ogni disoccupato assunto dalle aziende, incentivando l’impiego dei giovani, evitando che emigrino e producano all’estero, migliorando così il PIL e la crescita economica (vedi nota B)

COME?

3A)- Attraverso un coinvolgimento ed incentivazione delle Imprese all’assunzione dei giovani e disoccupati (o immigrati), utilizzando e mettendo così subito in circolo, con zero costo per lo stato, il Reddito di Cittadinanza. Per incentivare le imprese a fare queste assunzioni dobbiamo creare un fortissimo incentivo, ad esempio esentandole per 2-3 anni da contributi e tasse su questi nuovi assunti. (saranno quindi le aziende a garantire un minimo di 780 o più euro netti/mese ai lavoratori). Oltre alle agevolazioni citate, in parte previste dalle norme vigenti, concedere alle aziende che assumono un contributo di 200/300 euro mese e riconoscere ad assunti provenienti dal Sud la differenza fino a 780 euro per agevolare la residenzialità.

3B)- Creiamo dei percorsi preferenziali, con sburocratizzazione e detassazione, a tutte le nuove imprese, alle Start Up, a chi le finanzia; incrementiamo per tutte le imprese gli ammortamenti e gli investimenti detassandoli (es: Industria 4.0); riportiamo senza temporeggiamenti la tassazione delle Imprese al livello dei ns. competitor (UK, USA, e molti altri paesi OCSE). Relativamente ad Industria 4.0 c’è forse bisogno di qualche aggiustamento lessicale e di qualche fattore innovativo. L’attenzione, concentrata sulla manifattura, andrebbe maggiormente estesa alle microimprese dei vari settori merceologici.

3C)- Riformiamo l’istituto del Fallimento mantenendo i Brand, le Fabbriche e Know How e soprattutto l’occupazione; favorendo il finanziamento a cooperative di lavoratori o manager che rilevano l’attività, con specifiche leggi e facilitazioni anche finanziaria grazie alla CDP. Riduciamo per legge i tempi dei procedimenti concorsuali o fallimentari che oggi alimentano, con la loro lentezza e burocrazia, un depauperamento delle aziende in difficoltà lasciando sul lastrico lavoratori e fornitori.

3D)- Facilitiamo l’ingaggio ed occupazione, soprattutto per settori stagionali (es: Agricoltura e Turismo) ma anche per carichi di lavoro o commesse particolari, l’assunzione con strumenti facili, tipo i Voucher o strumenti simili, facilitando ed incrementando le assunzioni …

  • È necessario liberare risorse per permettere alle aziende di assumere.
  • È necessario che le imprese possano competere almeno con i concorrenti europei
  • È necessario utilizzare al meglio le risorse pubbliche in una situazione di elevato indebitamento

Quindi? Cosa si fa? Alcune proposte concrete:

  • Va rimodulata la tassazione d’impresa, spostandola da monte a valle. Bisogna ridurre la tassazione sui fattori della produzione: lavoro che è a +11% sulla media europea; energia, +87% sulla media europea; capannoni, strutture turistiche ed operative, che sono tartassati 5 volte. Spostando la tassazione dagli immobili agli utili di una azienda. Solo così la si mette in condizioni di competere ed il gettito per l’erario verrà comunque preservato.
  • Va ridotto il costo per carenze infrastrutturali (ca. il 7% in più in media rispetto ai competitor europei) sbloccando le vie di comunicazioni fisiche e digitali necessarie e liberando così risorse da destinare all’occupazione.

Inclusione dei giovani, riduzione costo del lavoro e il rilancio della produttività.

  • Sul primo ambito, chiediamo una significativa decontribuzione a favore delle imprese per i primi tre anni di assunzione e la detassazione integrale, ai fini IRPEF, delle somme percepite dai giovani neoassunti, per lo stesso arco temporale. A queste misure andrebbe affiancato un percorso di rafforzamento delle competenze dei giovani, a partire da un maggiore investimento negli Istituti Tecnici Superiori (ITS).

4- BCC mantenerle tassativamente operative nei territori; non incorporarle in grandi banche nazionali o int.li avulse dal territorio; salvo l’accorpamento fra loro, in gruppi regionali o locali, per il rafforzamento patrimoniale; evitando il ripetersi di un credit crunch ed il depauperamento del credito locale con gravi riflessi sulle PMI e sul risparmio locale da reinvestire.

  • Ridurre la dipendenza del sistema produttivo dalle banche per l’operatività quotidiana magari allargando il ruolo della CDP. Creare un sistema in grado di permettere alle PMI di valore di trovare nel sistema finanziario dei partner per i progetti di medio-lungo periodo (investimenti industria4.0)

COME?

  • Allineando i tempi di pagamento alle medie europee
  • Riducendo l’effetto-banca che subiscono molte PMI (tempi di pagamento brevi al fornitore grande impresa, tempi di pagamento lunghi dal cliente grande impresa)
  • Permettendo la veloce identificazione del cattivo pagatore

Le proposte:

  • Utilizzare il canale della Fatturazione Elettronica per segnalare il mancato pagamento nei termini, permettendo all’azienda fornitrice di recuperare subito l’IVA già versata e segnalando all’Erario di recuperare l’IVA portata in detrazione dal cliente insolvente. La soluzione ha impatto nullo sul gettito per l’Erario e anzi riduce il rischio di perdite per l’erario nel caso di fallimenti.
  • Favorire la creazione di un sistema formale di rilevazione degli “intangible assets “ delle imprese, da abbinare ai criteri quali-quantitativi esistenti.

 

5- Sburocratizzazione e Snellimenti su tutte le leggi e procedure, anche locali, per chi fa impresa: legge 10×1 ogni nuova legge ne accorpa o cancella 10… Semplificazione e sburocratizzazione bottom-up, non top-down

COME?

  • Recependo le richieste che arrivano da chi fa impresa e da chi la vive

Le proposte:

  • Un’unica scadenza annuale per le operazioni da/per l’estero (già ribattezzato esterometro), invece delle 12 previste.
  • Una norma che elimini le sanzioni e che anzi continui a permettere la possibilità di trasmettere una fattura in un momento successivo alla data stessa della fattura.
  • Semplificazioni sul “reverse charge”
  • molte altre semplificazioni operative che sgravano il carico burocratico sull’impresa che possiamo produrre a richiesta.

 

6- Pagamento aziende da stato Max 60 gg  e dalle grandi alle piccole, Max 60 (90) gg e comunque compensazione universale fra crediti vantati verso le P.A. e somme dovute per tasse o tributi a stato o enti.  I pagamenti fra imprese non dovrebbero superare i termini del fornitore principale ed al massimo 90gg; immetteremo cosi decine di miliardi nel circuito delle imprese, nei consumi interni, con immediata crescita economica.

Resta comunque il fatto che la Direttiva 2011/7/UE fissa in 30 giorni il termine per i pagamenti delle PA, elevabili a 60 per la sanità.

Occorre pertanto agire su più fronti:

  • mettere a punto misure che consentano lo smaltimento integrale dei debiti scaduti;
  • intervenire sul funzionamento delle PA affinché paghino i loro debiti nei termini previsti dalle direttive
    comunitarie;
  • in tema di debiti scaduti realizzare un meccanismo di compensazione universale tra i crediti commerciali vantati verso la PA e le somme dovute a titolo di tributi, statali o locali, risultanti dalle dichiarazioni fiscali;
  • introdurre un meccanismo che consenta alle imprese, anche avvalendosi di Cassa Depositi e Prestiti e coinvolgendo il sistema bancario, di scontare a condizioni di particolare vantaggio i crediti commerciali certificati dalla PA debitrice;

Rilancio degli investimenti

Un Paese competitivo necessita di massicci investimenti privati nei cicli produttivi e pubblici in infrastruttureGrazie a strumenti come la Nuova Sabatini, il superammortamento e l’iperammortamento, negli ultimi due anni le imprese hanno realizzato significativi investimenti in nuovi macchinari, con picchi di crescita del 60% in alcuni settori.

Oggi però sono ancora tante le PMI da rendere consapevoli e sensibilizzare sulle opportunità legate alle tecnologie 4.0. Inoltre, industria 4.0 coinvolge i processi e l’organizzazione aziendale nel suo complesso e va ben oltre l’acquisto del macchinario.

Per questo chiediamo di:

  • rendere strutturali l’iperammortamento e la cd. Nuova Sabatini;
  • introdurre l’iperdeducibilità per le spese sostenute per l’accesso a software, sistemi e servizi IT erogati in cloud o via piattaforma web, che attualmente non beneficiano dell’iperammortamento;
  • aggiornare i coefficienti di ammortamento dei beni materiali strumentali “Industria 4.0”, inclusi nell’allegato A della Legge di stabilità 2017 per tenere conto della rapida obsolescenza dei beni stessi e della conseguente riduzione della vita utile;
  • estendere per ulteriori 2 anni la durata del credito d’imposta per la formazione 4.0 dedicata alle risorse già presenti in azienda;

 

  • preservare le risorse che lavoratori e imprese destinano ai fondi interprofessionali per la formazione continua, l’aggiornamento professionale e la formazione sulla sicurezza;

 

  • prevedere per le PMI una misura di “iperdecontribuzione” ovvero una misura di decontribuzione rafforzata per l’assunzione di diplomati ITS e di laureati con competenze specifiche sulle tecnologie 4.0;

 

Sul fronte degli investimenti pubblici in infrastrutture bisogna snellire le procedure decisionali sulla programmazione delle opere pubbliche, con conseguente impatto sulla riduzione dei tempi di realizzazione.

 

In particolare chiediamo di:

 

  • rivedere e circoscrivere il ruolo del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), eliminando i passaggi al CIPE successivi all’approvazione da parte dello stesso del Documento pluriennale di pianificazione (DPP) o di altri documenti di pianificazione o programmazione;
  • eliminare i doppi passaggi Ministero Infrastrutture/Ministero Economia e Finanze nei casi in cui non sia necessario aumentare le risorse già stanziate o programmate;

 

7- Proroga almeno a 24 mesi dei contratti a termine anche senza causale o ripristino di simil-voucher  ?… Soprattutto nell’agricoltura, turismo e lavori stagionali. Anche per picchi di commessa serve una flessibilità d’impiego maggiore, che sia semplice, trasparente e regolare! (Altrimenti alimentiamo il lavoro nero)

 

Ripristinare i livelli di flessibilità del lavoro previsti precedentemente al “Decreto Dignità” per i contratti a termine e di somministrazione senza causale La “stabilizzazione “ del rapporto di lavoro non si può “creare” per legge e risulta estremamente dannoso intervenire e modificare in modo repentino e NON organico le norme in un ambito così delicato come lo sono le norme sui rapporti di lavoro. Un quadro normativo incerto e oggetto di continue modifiche costituisce un freno ai piani di sviluppo e di investimento delle aziende.

 

 

8- Mantenimento di super e Iper ammortamento del piano Industry 4.0 o similari (c.d. nuova Sabatini); introdurre iper deducibilità dei servizi resi in cloud o via piattaforma web; estensione del credito d’imposta per la formazione 4.0 e per la riqualificazione e formazione continua dei lavoratori.

 

Tali sistemi “automatici” di incentivo agli investimenti delle imprese private sta funzionando ed ha generato un forte incremento degli investimenti privati che generano  effetti positivi in termini di crescita ed occupazione. A differenza degli investimenti pubblici che richiedono tempi lunghi prima che si traducano in effetti positivi sulla crescita ed occupazione, gli investimenti privati, delle imprese, hanno una maggiore velocità ed un impatto, quasi immediato, sull’economia reale.  E’ fondamentale che questi incentivi agli investimenti privati siano mantenuti e prorogati senza depotenziali, appesantirli burocraticamente e/o riducendo le percentuali di super ed iper ammortamento.

 

Conferma dell’alternanza scuola-lavoro: almeno tre mesi (altrimenti non serve …o come estero 6 mesi) e contestuale rafforzamento degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) per un rafforzamento delle competenze tecniche e tecnologiche nei giovani.

 

Le aziende operano in un contesto competitivo mondiale sempre più complesso e necessitano di personale formato e che sappia “maneggiare” le nuove tecnologie. Anche per tale motivo è fondamentale, per il futuro del nostro Paese, investire e potenziare la scuola e soprattutto le scuole che danno una formazione tecnica, con programmi e materie che siano aggiornate rispetto alle evoluzioni tecnologiche in corso. Importante poi prevedere una stretto scambio di competenze e conoscente tra Scuola ed imprese, anche con la conferma e potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro

Riallineare la filiera della formazione alle necessità di oggi e di domani delle imprese

COME?

  • Intervenendo sul riallineamento domanda/offerta e riqualificando il rapporto scuola/azienda, ma anche riqualificando le scuole e loro dotazioni

Le proposte:

  • Potenziamento, NON depotenziamento dell’ASL
  • Estensione del sistema duale oltre gli attuali percorsi di ITS
  • Possibilità per gli istituti che hanno laboratori di utilizzare risorse INAIL per l’aggiornamento e la messa a norma delle apparecchiature utilizzate ai fini didattici
  • Messa a sistema delle dotazioni scolastiche in ottica di campus

–         100.000 giovani neolaureati o comunque formati per una professione che ogni anno lasciano l’Italia, dobbiamo fermare questo esodo! Sono all’incirca 30 miliardi di euro che vanno in fumo. (Usando i parametri del governo degli Stati Uniti, il quale ha stimato che la preparazione di un giovane di 23 anni viene a costare alla collettività 700.000 dollari, anche dimezzandola sono circa trecentomila euro). Due milioni sono i giovani, sotto i 40 anni di età, che lavorano all’estero non avendo trovato occupazione in Italia; questi 2 milioni, uniti ai 6 milioni di italiani in cerca di occupazione, dati ISTAT, fanno 8 milioni di potenziali lavoratori a cui DOBBIAMO pensare; o perlomeno alla metà di questi che sono 4 milioni e produrrebbero dai 300 ai 350 miliardi di maggiore PIL e quindi almeno 130-160 mld. anno di maggiori entrate (ed avremmo risolto i problemi con la moneta, con l’Europa, con i cittadini)

  • E’ il caso di riconsiderare la FORMAZIONE PROFESSIONALE distrutta sul piano legislativo, culturale e operativo? Vds i Centri Professionali delle Regioni (es Inapli) e privati. Istituti che ancora oggi creano occupazione e che sono stati alla base della competitività del Veneto e culla di molti neo imprenditori.
  • I così detti “Licei tecnici” devono essere veramente tecnici, non una via di mezzo che produce scarsa professionalità non spendibile nelle nostre aziende.

Proposta: con i criteri richiamati in precedenza si potrebbe riconoscere all’ azienda che assume un contributo concreto, lo studente completerebbe il suo ciclo scolastico frequentando/lavorando in azienda e colmare cosi il gap Scuola / Fabbrica.

 

9- Incentivi fiscali e contributivi stabili sulla contrattazione di secondo livello (che vuol dire detassare e de-contribuire sia la quota azienda che il lavoratore della parte di salario variabile legata ai risultati dell’azienda)

 

10- La pace fiscale riappacifica il rapporto stato-imprese! Andrebbe allargato con aliquote eque ad ogni contenzioso esistente, per ripartire da zero con nuovo spirito collaborativo, liberando le aziende da continue e opinabili interpretazioni legislative e fiscali. Senza pregiudizi o presunzioni d’ufficio. Mantenere gli ISA e sopprimere gli Studi di Settore, in quanto obsoleti, lontani ormai dal mercato e vessatori nei confronti delle imprese. Oltretutto compenserebbero i maggiori oneri e controlli dettati dalla Fatturazione elettronica che impatterà su tutti gli imprenditori, soprattutto sui piccoli e medi (costo 10.000 euro). Fatturazione Elettronica che andrebbe prorogata come obbligatorietà o penalizzazioni di almeno sei mesi.

 

Sarebbe gradito un provvedimento sulla cd ” pace fiscale” che liberi le aziende da continue e opinabili interpretazioni legislative e fiscali: lasciamo le imprese lavorare con meno balzelli fiscali. Bisogna tuttavia rimediare alla presenza di regole di favore all’interno dello stesso mercato (es. chi fa ristorazione sia tassato sempre allo stesso modo indipendentemente dal titolo per il quale esercita, idem per ospitalità alberghiera vs bnb ecc)

 

11- Rimodulazione delle tariffe INAIL con premi legati all’efficienza e sicurezza in azienda. Sarebbe, anche se piccolo, un primo segnale di riduzione del cuneo fiscale. Provvedimento già scritto con fondi stanziati (500 mio) che aspetta solo la firma del Ministro. Tutela della decontribuzione e detassazione del welfare collettivo degli Enti Bilaterali, equiparandolo al welfare aziendale delle grandi aziende oggi de-contribuito.

 

12- Mantenere la libertà di affidare appalti a km.0 almeno fino a 150.000 euro lasciando libertà agli Enti di usufruire di professionisti locali; con ricorso alla progettazione centralizzata solo per inadempienti. Togliere vincolo di stabilità ai comuni virtuosi al fine di rilanciare gli investimenti pubblici con semplificazione, ora che c’è la DASPO, delle regole degli appalti, soprattutto sotto soglia.

 

13- Rianimazione centri storici e commercio di prossimità; decine di migliaia di esercizi hanno chiuso anche nel 2018; dobbiamo rilanciare il commercio di vicinato, ponendo dei limiti ai centri commerciali ed applicando una tassazione sull’importo delle vendite online senza aspettare l’Europa

14- Edilizia e Turismo con l’indotto producono all’incirca il 30% del PIL (20% l’edilizia e 10% il turismo); Va prevista una riqualificazione delle periferie e centri storici, con leggi che incentivino la sostenibilità ambientale ma soprattutto energetica degli edifici. Se il settore Edile ed Immobiliare non riparte tutti i valori sia del privato che degli enti pubblici risulteranno depauperati. Il Turismo che dal 1° posto nel mondo in 40 anni è finito al 5-6° va riorganizzato mettendo in RETE l’enorme offerta locale di destinazioni, località e prodotti del Taste of Italy. Il Turismo necessita di una Regia Governativa che permetta ai 13.000 enti polverizzati, spesso campanilistici e dispersivi, di promuovere ed agire nei mercati internazionali con forza ed all’unisono “IN RETE !”.

14A- EDILIZIA ed IMMOBILI producono con l’indotto il 20% del PIL, le industrie sono state falcidiate da IMU-ICI-TASI e Tasse varie, i valori degli immobili sono stati deprezzati dal 30 al 50% facendo fallire le banche ma deprezzando migliaia di miliardi dei risparmiatori e dello stato. Ha senso oggi vendere o svendere i beni dello stato o rischiamo di arricchire i grandi gruppi di speculazione internazionali sulla pelle degli italiani? I risparmiatori italiani avevano 10.000 miliardi di immobili che, purtroppo a causa di una politica fiscale sugli immobili, accanitesi con il governo Monti, sono scesi a circa 6.000… un depauperamento dei cittadini ingiustificato ed autolesivo: i ns. Governanti per incassare qualche decina di miliardi/anno in tasse hanno bruciato migliaia di miliardi dei cittadini e del patrimonio pubblico: una politica cieca ed autolesionistica! Anziché compensare con il risanamento, e riqualificazione delle periferie, con immobili bio-sostenibili il calo delle costruzioni hanno lasciato fallire l’intero settore, generando disoccupazione e nuovi poveri! Servono governanti più professionali e capaci anche nel rilancio di questo vitale settore dell’Economia

COME?

  • Facendo dei programmi di riqualificazione delle periferie e di riqualificazione energetica di tutto il patrimonio edilizio italiano, facilitando percorsi, detassazioni, e soprattutto creando delle premialità
  • Favorendo la ristrutturazione e consolidamento antisismico ecc ecc…

 

14B- TURISMO, una potenziale industria del paese, oltre il 10% del PIL con l’indotto, da oltre 40 anni è in perdita… dal 1° posto nel mondo, con il 13% siamo scesi al 6° con il 5%…

COME?

  • serve una RETE WEB, un portale ITALY.it (non quello attuale ma simile ad Expedia, o Hotels.com ecc.ra) che veicoli la grande offerta purtroppo polverizzata, evitandoci di pagare intermediazioni dal 10 al 20% ai grandi network internazionali: Attualmente il turismo italiano è colonizzato, è sfruttato dai network internazionali poiché il nostro governo, il nostro stato, almeno fino a ieri non ha fatto da coordinatore ed aggregatore come altri hanno saputo fare…..
  • Facilitare l’ammodernamento e la riqualificazione di tutte le strutture ricettive
  • Della messa in Rete e della aggregazione dell’offerta e veicolazione (marketing) internazionale dell’offerta polverizzata ma pregievole
  • Aggregando nell’offerta web le strutture turistiche, con i poli culturali e museali, con i produttori del Made & Taste of Italy…ecc.ra ecc.ra ….. abbiamo una enorme offerta locale originale, preziosa e unica, ma non abbiamo gli strumenti per presentarla, diffonderla e venderla agli oltre 1 miliardo di turisti che viaggiano nel mondo….
  • Turismo: analisi corretta, manca una politica Industriale per il Turismo: la nostra principale fonte di reddito. Ma finché le competenze sono di qualsiasi ente che voglia: Comuni. Aziende, Province, Regioni ecc non si va da nessuna parte. Quante risorse vengono dilapidate per presunte azioni di promozione turistica?
  • Nessuno si chiede, nella nostra realtà, perchè non ci sono più gli Inglesi che i tour operator dirottano in Spagna, Grecia ed ex Jugoslavia. Possiamo far conto solo sul tradizionale affetto tedesco? Ci si interroga sulla già abbandonata presenza Russa? Quale politica per le montagne, per i nostri laghi? Per le terme?

Articolo recente: Italia sempre in calo .. purtroppo… https://www.repubblica.it/viaggi/2018/12/04/news/turismo_hong_kong_sempre_la_piu_visitata_al_mondo_italia_in_calo-213372577/

 

15- Incentivare le esportazioni facendo presentare alle Imprese progetti di internazionalizzazione triennali,  dove i costi per realizzare, prodotti promozionali dedicati al mercato estero, ma anche i costi del personale dedicato alle vendite all’estero, (assunzione di giovani laureati under 35) beneficino di un credito di imposta, come oggi avviene per le attività di R&S. Il tutto certificato da un Ente Esterno abilitato.

16- DASPO per funzionari o aziende corrotte; risparmieremo 50 mld. sprecati annualmente in corruzione, RI-mettendo in circolo i 150 mld di investimenti bloccati negli Enti Locali (dati del Sole24ore) bloccati da una burocrazia e ginepraio di leggi e leggine create inutilmente per fermare la corruzione ma purtroppo, vedasi anche i fatti descritti qui sotto, la corruzione continua… “Anche questo mese, NOVEMBRE 2018, leggiamo nei media che sono state truccate 150 gare di appalto, in 15 regioni, che coinvolgono 120 società e 220 soggetti CORROTTI fra pubblici e privati; che hanno RUBATO I SOLDI PUBBLICI, I NOSTRI SOLDI, QUELLI CHE CON FATICA E SUDORE PAGHIAMO CON LE NOSTRE TASSE”……………….

COME?

 

  • DASPO al primo grado di giudizio, entro max 12-18 mesi, a Funzionari o Aziende che corrompono o RUBANO: secondo noi è l’unica vera misura che avrà effetto se applicata con velocità e determinazione.
  • Fuori subito i ladri e corrotti dalla pubblica amministrazione, chi ha già rubato o sperperato o è corrotto non può più continuare a gestire i soldi delle nostre tasse pagate con tanti sacrifici da NOI Cittadini

 

Ripetiamo sono 200 mld (50+150) di sviluppo bloccato, il 10-15% di PIL ingessato dal ginepraio di leggi e leggine che hanno ingessato gli appalti e che purtroppo generano ruberie per 50 mld ogni anno ….dalle ns tasche! La DASPO potrà fermare questo scempio, noi crediamo di SI, almeno proviamoci

 

 

17- COSTI STANDARD 20-50 mld di risparmi; basterebbe regolare per legge che quantità di spese e personale andrebbero entro 1-3 anni riportati allo standard dei migliori Enti Pubblici. La ns stima è di una migliore produttività dai 20 ai 50 mld che corrisponderebbe a 2-3 punti percentuali di PIL

COME?

 

  • Fissiamo per legge degli standard massimi di spesa, soprattutto sulla quantità di personale impiegato, nei COMUNI, PROVICE, REGIONI, PARTECIPATE ed ENTI che fanno le stesse funzioni e quindi dovrebbero tendere DOVEROSAMENTE verso una efficienza amministrativa con parametri simili.

 

  • Accorpando Enti e Comuni che sono troppo dispersivi, utilizzando le Province come coordinamento e supporto.

 

  • La media, i parametri degli enti efficienti dovrebbe diventare entro 2-3 anni lo standard per legge. Il personale in eccedenza andrebbe non licenziato ma riqualificato per servizi ai cittadini (nella sanità, Sicurezza e nei Servizi di alfabetizzazione digitale Verso una società “digitaly” evoluta…)

 

ES: Articolo del 6 dic.2018:  I Comuni trevigiani chiedono la concreta attuazione del “federalismo dei costi standard”; la restituzione ai Comuni della “piena autonomia nel governo della leva fiscale”; l’aggiornamento del catasto in tutto il territorio nazionale (per avere basi imponibili realistiche); l’effettiva liberalizzazione degli avanzi di bilancio e la revisione di tutti quei “meccanismi bizantini” che impediscono l’utilizzo degli spazi finanziari pur in assenza di debito; la soppressione del sistema della Tesoreria Unica; la possibilità per i Comuni del ricorso all’indebitamento per investimenti di messa in sicurezza del proprio territorio; lo sblocco del turnover e la possibilità di nuove assunzioni su base concorsuale; una reale semplificazione legislativa per abbattere la “giungla normativa” vigente che ingessa l’azione amministrativa dei Comuni.
18- COMMERCIO ed ATTIVITA’ nei CENTRI STORICI delle Nostre Città che si stanno desertificando. Rigenerando le attività, con eventi, animazioni, filiere commerciali innovative  …..

COME?

18A)- Incentivando le aperture domenicali nei centri città in alternativa ai mall di periferia, con attività ricreative, turistiche, dei prodotti naturali, di nicchia……………

18B)- Creare una tassa sul valore, e non sul profitto difficilmente quantificabile, sul commercio via web, che stanno creando uno spopolamento dei centro città con gravi ripercussione economiche e di occupazione ….

 

19- SOCIALITA’ (Pensioni, Sanità e altre socialità) sono 464 mld/anno, il 55% della totale spesa pubblica.  I risultati migliori ed immediati si ottengono razionalizzando e riducendo le maggiori voci di spesa; anche solo un 5% sono oltre 32 miliardi/anno di risparmi potenziali;

COME?  

  • ad esempio escludendo i ricchi e benestanti dal beneficiarne, copiando molti paesi OCSE (dal Canada, all’Australia a molti altri)
  • oppure chiedendo a tutti i cittadini ed aziende con profitti superiori al 3-5%, o che hanno liquidità, patrimoni o valori importanti, di sottoscrivere una percentuale (es: 10%) in BOT triennali che daranno comunque un rendimento annuo del 2% o più … togliendo così gradatamente l’effetto dello SPREAD sul debito pubblico

Che senso ha che milioni di benestanti, o straricchi, beneficino di miliardi di soldi gratuiti dallo stato per pensioni o medicina gratuita (sono 646 mld – il 55% della spesa pubblica totale IT – più alta del 70% comparata al PIL nella MEDIA EU). Molti paesi OCSE, fra i quali Canada, Australia ed altri hanno escluso dalla socialità gratuita dello stato chi ha già patrimoni o rendite più che sufficienti al loro buon vivere. Risparmieremo decine di miliardi l’anno da mettere sulle pensioni e reddito minimo ai poveri, senza indebitare le future generazioni ma facendo un’opera di giustizia sociale; gradita ve lo assicuriamo dagli stessi ricchi e benestanti. Abbasseremo lo spread, stoppiamo l’EU e la paura dei mercati e, soprattutto, potremmo rilanciare con una parte di queste risorse l’economia!

(A)- Imprese e partite IVA con il loro lavoratori sono il Tesoro delle Nazioni Considerando che i due terzi (il 66%) delle entrate dello stato (IVA sui prodotti e servizi, IRPEF+IRES+Contributi sul lavoro …) dipendono dalle imprese con i loro lavoratori

(B)- Ogni disoccupato costa 10.000/a,  ogni nuovo occupato produce 30.000/a in tasse, tributi e iva su prodotti con 75.000/a di maggiore PIL; ogni milione di nuovi occupati lo stato ha maggiori entrate per 40 mld e maggiore PIL per 75 mld ! Considerando che sono 6 milioni i disoccupati (dati ISTAT) + 2 milioni  Giov che lavorano all’estero; se nei prossimi 4-5 anni ne occupassimo anche solo la metà, sarebbero 300 mld di maggiore PIL & 160 mld di maggiori entrate per lo stato: tutti i problemi del debito, rapporto Deb/PIL e Reddito dei cittadini verrebbe superato e risolto.

 

(C)- La maggioranza degli imprenditori, pur considerando importante l’allargamento della base monetaria e quindi una più salutare inflazione minima del 2% che inverta il rischio di una ulteriore deflazione, considera importante rimanere nell’EURO spingendo verso una efficienza (riduzione) della spesa pubblica, con concentrazione delle risorse in opere infrastrutturali, sulla efficienza produttiva e crescita economica, che migliorerà come naturale effetto il reddito di tutti i cittadini.

 

Conclusioni:

Questi obiettivi possono e devono assolutamente essere perseguiti e raggiunti; non comprendiamo perché l’Italia non possa ambire e fare come la Germania che ha avuto per molti anni una crescita del PIL al 3%, la disoccupazione al 3,6% ai minimi da 40 anni, ed un surplus commerciale record che sfiora i 300 miliardi di euro/annui

Bisogna rivalutare l’impresa, quella vera, non quella che viaggia a fari spenti, senza rispettare le regole, anonima, ma un’impresa che impara a competere per creare valore alla luce del sole, senza paure.

Per questo siamo molto interessati e vigili sulle riforme di fisco e lavoro, e guardiamo con grande interesse il lavoro che Governo e Parlamento stanno facendo nell’ambito delle semplificazioni.

Ma, attenzione. Se si semplifica, lo si deve fare per tutti o a fronte di percorsi di premialità.  Altrimenti si corre il rischio di discriminare tra “furbi” e “fessi”.

Prevedere semplificazioni delle procedure di relazione tra imprese e “apparato pubblico” è sicuramente un processo atteso da molti anni ma di cui non si è ancora percepito il vantaggio di far crescere le imprese e liberare risorse per lo sviluppo del Paese, dando loro certezze che oggi non vi sono.

Quello che conta in tale percorso non sono solo le norme introdotte o eliminate, ma anche l’effettiva riduzione dei tempi e dei costi richiesti dalla burocrazia a cui si aggiunge, come sopra rilevato, la non discriminazione tra soggetti diversi che operano in uno stesso mercato (“stesso mercato stesse regole”), con il rischio di alimentare tensioni all’interno del corpo sociale tra categorie e categorie e tra imprese e politica, impedendo lo sviluppo sereno e fattivo di economia e società.

 

Ulteriore recente esempio della distorsione economica che un radicale sindacalismo, spesso demagogico, ha prodotto: COSTO DELLA DISMISSIONE DI UN LAVORATORE, da uno studio pubblicato in Belgio nel dicembre 2018, i BELGI criticano il loro governo poiché sono fra i più rigidi e costosi della Comunità, ma come vedete in ITALIA il costo e la rigidità che le imprese pagano è di ben 3 volte il Belgio e di ben 5 volte la maggior parte degli altri paesi europei.