Un centinaio di persone capaci, soprattutto imprenditori, che hanno contribuito con i loro sacrifici e le loro imprese a tenere a galla il transatlantico Italia, lanciano un messaggio alla Nazione, ai governanti e alle classi dirigenti del Paese.

Questo il messaggio del Think Tank Group – TTG dell’associazione SI-Salviamo l’Italia, che rappresenta oltre un milione di imprese e milioni di lavoratori.

L’Italia, come il Titanic, sta affondando ma sembra che la grande maggioranza dei nostri Governanti, classe dirigente e cittadini, non se ne preoccupino!

Rivolgiamo quindi questo ultimo appello, con chiare proposte che facciamo da due anni, in primis ai governanti, ed anche a tutti i cittadini nella speranza che venga ascoltato e venga fatta immediatamente una correzione di rotta, prima che la Nave Italia vada completamente a fondo!

L’impresa crea i posti di lavoro, prodotti e servizi che insieme rappresentano il 90% della ricchezza e delle entrate dello Stato! Perdendo le imprese i cittadini rimangono senza occupazione (ben 8,6 milioni i disoccupati in Italia), l’economia, il PIL e il reddito dei cittadini diminuiscono, le banche entrano in difficoltà e tutto il sistema economico (commercianti, terziario ecc.) entrano in crisi.

In questi frangenti gli Stati intelligenti applicano le classiche misure, che sono considerate da tutti l’A-B-C dell’economia (come hanno fatto gli USA, la Gran Bretagna, il Giappone e altri):

A) si aumenta la liquidità del sistema (immettendo monete, massa monetaria, in circolazione),

B) si diminuiscono le tasse e la burocrazia verso le imprese per incrementare occupazione, lavoro e prodotti, e quindi il PIL (Prodotto Interno Lordo),

C) si riducono le tasse sul lavoro produttivo che genera prodotti ed entrate per lo Stato ed allo stesso tempo si diminuiscono i privilegi, gli sprechi della spesa pubblica anche riorganizzando modernamente, e più efficacemente, lo Stato; eliminando privilegi, caste e parassitismi mortali, eliminando drasticamente intrallazzi, corruzione e mafie, ulteriore piaga vergognosa!

Gran parte dei nostri governanti hanno fatto invece, per decenni, il contrario, con una persistenza contraria, quasi demenziale, soprattutto negli ultimi 6-8 anni, infischiandosene delle classi produttrici e dei cittadini: hanno creato la desertificazione nelle imprese, nell’occupazione, provocando, quindi, come naturale conseguenza, un calo del PIL e la morte dell’economia, così generando milioni di indigenti e disoccupati.

La contestuale apertura caotica e liberticida dell’immigrazione sta facendo il resto, con caos alle periferie e negli strati più poveri, generando insicurezza, delinquenza e gravi problemi di ordine democratico e sociale, oltre alla diffusione di malattie mortali e soprattutto terrorismo bestiale.

I numeri, degli ultimi 8 anni, non sono opinioni e stanno a testimoniare il disastro provocato e in corso:

  • la capacità produttiva è diminuita del 30%;
  • si è incrementata la disoccupazione, soprattutto fra i giovani, con 8,6 milioni di italiani che cercano lavoro;
  • fra il 20 e il 30% delle attività produttive e commerciali hanno chiuso i battenti, trascinando nel loro fallimento altre imprese e creando insolvenze ciclopiche nelle banche e, a breve, si ripercuoteranno nelle entrate dello Stato;
  • 500 gioielli industriali sono stati venduti allo straniero, ed ora lo Stato sta ipotecando e svendendo i gioielli di famiglia, il patrimonio di noi cittadini o, peggio, demenzialmente vorrebbero prelevarci o tassarci gli ultimi risparmi;
  • anziché applicare l’A-B-C dell’economia si ostinano stupidamente a seguire le politiche germano-dirette di una moneta forte, che riduce la capacità dell’export italiano, e quindi impoverisce le imprese che chiudono, o, nel migliore dei casi, vengono svendute allo straniero! (Il cambio euro/dollaro è passato in dieci anni da 0,80 a 1,20, l’euro si è rivalutato del 50%, noi italiani vorremmo invece che la nostra moneta potesse competere con il dollaro USA, che è la moneta di scambio internazionale).

Tutto questo lo fanno nell’illusione di proteggere e salvare la casta, alla quale si sentono di appartenere, fatta di privilegiati e classi parassitarie, fatta anche di intrallazzatori e mafie (tutte classi che non producono ricchezza ma anzi la bruciano) e così si impoveriscono i cittadini produttivi e lo Stato viene declassato a stato spazzatura.

Come uscirne? Invertendo la rotta, subito, prima che sia troppo tardi!

A) incrementando la liquidità, la circolazione della moneta, con una moneta parallela o uscendo dall’euro, rinegoziando debito, tassi e scadenze (tagliando però corruzione, mafie, privilegi e spesa superflua, vergogna di fronte al mondo e prima causa del declassamento dell’Italia),

B) abbassando le tasse ed i mille balzelli alle imprese,  riportandole almeno ad un livello OCSE, a non più del 33% complessivamente! (oggi siamo al 70% !!! – includendo in queste percentuali massime tutte le tasse improprie sugli immobili produttivi); sburocratizzando gli innumerevoli adempimenti a carico delle imprese ed imprenditori, facilitando “in primis” tutte le nuove imprese e tutte le attività produttive e il costo/flessibilità del lavoro,

C) riducendo le tasse e tributi anche ai lavoratori, de-tassando per 3-5 e fino a 7 anni l’assunzione dei disoccupati (che sono gli 8 milioni che desiderano attualmente lavorare) che, se occupati, potrebbero incrementare la base contributiva, la produzione di beni e servizi e quindi maggiori entrate per lo Stato (maggiori entrate date da un incremento di lavoratori e produttori e non da nuove tasse che le sviliscono ed uccidono).

Queste tre misure dovranno rimanere in essere fino a che non sarà recuperato il 30% di capacità produttiva, distrutto negli ultimi 8 anni, o fino a che l’occupazione non scenderà sotto il 5%.

Queste tre serie di misure permetteranno ad oltre 5 milioni di persone di lavorare, producendo 350 miliardi di maggior PIL e maggiori entrate per lo Stato fra i 70 ed i 100 miliardi/anno (fra contributi, tasse ed IVA) ridando forza alla moneta e credibilità all’Italia.

Le nostre imprese incrementeranno l’export anche grazie ad una moneta che ritornerà ad essere più competitiva, rispetto alla camicia di forza dell’euro che ha permesso alla Germania di incrementare la loro produzione, export e bilancia commerciale del 30%, esattamente la percentuale di perdita, -30%, dell’Italia nello stesso periodo.

Sono più di due anni che diciamo e divulghiamo queste soluzioni. I partiti e movimenti che le hanno fatte proprie hanno incrementato il consenso, speriamo che i partiti di governo le capiscano e le adottino o, in mancanza, speriamo che tutte le opposizioni che hanno a cuore i cittadini italiani, si coalizzino adottandole come loro programma comune e, ne siamo certi, che la grande maggioranza dei cittadini li premierà!