Le associazioni sindacali (degli imprenditori e dei lavoratori) pensano di far uscire dalla crisi il Paese riducendo il già misero salario dei lavoratori? INAUDITO!

Noi della Rete SI proponiamo invece un risanamento dello Stato attraverso il taglio delle tasse, degli sprechi, della corruzione, delle mafie, dei privilegi!

Solo ridando fiato, e quindi soldi e risorse ai cittadini, ripartiranno i consumi e l’economia; solo tagliando le demenziali tasse, partendo dall’IRAP, ritorneremo a porre le condizioni per far rimanere le multinazionali in Italia e per far operare le imprese!

IMPERATIVO non è ridurre la paga agli operai e ai collaboratori, MA RIDURRE ENERGETICAMENTE E SUBITO SPRECHI, CASTA, SUPERSTIPENDI, SUPERPENSIONI, BUROCRAZIE, IMU SULLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE E I MILLE BALZELLI, TASSE INCLUSE, SULLE IMPRESE E SUL LAVORO rispettando l’articolo 1 della nostra Costituzione.

SOLO COSI’ SALVEREMO IL NOSTRO PAESE, ORAMAI DIRETTO A TUTTA VELOCITA’ VERSO IL BARATRO!

Gli scopi della Rete SI vedi

Da Umbrialeft.it – La “via maestra” di Confindustria si chiama dumping salariale

La Confindustria di Pordenone propone ai sindacati un patto territoriale per abbattere i salari del 20% nelle grandi imprese e del 10% nelle piccole che si trovino in crisi o che intendano insediarsi nell’area friulana o che, sebbene non in difficoltà, intendano aumentare l’occupazione. Insomma, una deroga generalizzata ai contratti collettivi, un perfetto sistema di dumping sulle retribuzioni, uno sporco mercato delle braccia al ribasso che osano chiamare “laboratorio per una nuova competitività industriale”. Anche questo è il frutto bacato della deriva sindacale che ha fatto dell’intera condizione di lavoro una variabile dipendente del profitto, alimentando la più parassitaria cultura d’impresa.