12 cose da fare e da tenere bene a mente per governare, presto e bene, il Paese, per far ripartire e mantenere una sana economia e uno sviluppo sostenibile nel rispetto della democrazia, del merito, del lavoro e dell’intraprendere (articolo 1 della Costituzione);

Questo l’avevamo scritto fra il 2012 e 2014, ad oggi moltissime cose sono attuali e da fare

1. Le imposte totali, come nei migliori paesi aderenti all’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, non dovrebbero mai superare il 40% del PIL (l’attuale 54-55% è insostenibile e deve essere gradualmente ridotto ogni anno, dall’1 al 3%). Ricordiamo come basterebbe la sola imposta dell’IVA (oggi al 22%) per essere in linea con la tassazione di Stati molto avanzati, come gli USA: ovviamente ciò significherebbe pagare le tasse in automatico, e, con l’introduzione della detrazione di qualsiasi tipo di spesa per ciascun cittadino, tutti le pagherebbero con il semplice atto di acquistare un bene o un servizio. Questa condizione creerebbe un volano automatico per l’intera economia nazionale.

2. Il debito pubblico e la spesa pubblica devono essere ridotti gradualmente con la vendita del patrimonio, delle concessioni e delle partecipazioni pubbliche e con l’utilizzo delle riserve della Banca d’Italia e della Cassa Deposito Prestiti, così da far rientrare i due valori nella media OCSE o comunque non oltre l’80-100% del PIL nell’arco di 5-8 anni, fissando un tetto massimo di spesa pubblica nella media dei 5 paesi OCSE più virtuosi.(L’attuale indebitamento, oltretutto creatosi negli anni con l’accumulo di interessi esagerati pagati a banche e finanza internazionale, va rinegoziato su basi più eque, con moratorie che assorbano il mal tolto, ristrutturandolo con tassi e scadenze che sollevino i cittadini dal giogo depressivo, approntando se sarà necessario, un piano “B” alternativo di sovranità monetaria e democratica come prescrive la nostra Costituzione).

3. Federalismo e tagli alle spese pubbliche: le spese devono essere ridotte drasticamente, da quelle della Presidenza della Repubblica a quelle del Parlamento. In aggiunta i parlamentari, come negli USA, potrebbero essere ridotti del 90%: 100 parlamentari in Italia, in proporzione alla popolazione, corrisponderebbero al numero di parlamentari negli USA, e comunque il loro reddito lordo non dovrà superare, come è in UK e negli USA, le 3 volte il reddito medio. Vanno attuate simili riduzioni anche nel numero di consiglieri in tutti gli enti, regioni e comuni, e portato avanti il nuovo ruolo delle province, finanziate dai comuni, come uffici di aggregazione dei servizi e delle reti per i comuni più piccoli, che vanno accorpati. A tutti i disoccupati e cassaintegrati va dato un reddito di cittadinanza (a scadere quando vengono date opportunità di lavoro) e vanno comunque impiegati nella società civile; va fatta una riqualificazione di tutto il personale in esubero con una riqualificazione e un re-impiego che sia più produttivo e utile ai cittadini. Va attuato, senza più rinvii, un federalismo fiscale e funzionale (tasse e servizi distribuiti 1/3 ai comuni, 1/3 alle regioni e 1/3 allo Stato come nei più efficienti stati federali, avvicinando la presa alla spesa, coinvolgendo i cittadini nelle scelte e decisioni fiscali attraverso referendum propositivi a livello comunale, regionale e statale). Devono essere fissati degli standard massimi di spesa ricavati dai 5 Stati OCSE o enti più virtuosi applicabili a tutti gli enti, chi non si attiene automaticamente decade e non può più operare nel pubblico.

4. Modernizzazione dello Stato: “legge 10×1”, ovvero riduzione del 90% del numero di leggi con accorpamento in leggi quadro snelle e chiare, comprensibili a tutti i cittadini. Tutto quello che può esser fatto via web (comunicazioni, autorizzazioni, ecc) deve diventare lo standard. Inoltre, serve trasparenza e la pubblicazione sul web di tutti gli atti, bilanci, reddito e patrimoni dei politici e dei funzionari pubblici. Il silenzio assenso va applicato a tutte le procedure: i funzionari pubblici devono essere a servizio dei cittadini e non viceversa, con una penale giornaliera sui loro ritardi o negligenze che, se si protraggono, vedranno l’automatica esclusione dal ruolo o impiego. Quello che non è espressamente proibito per legge deve considerarsi lecito e non soggetto ad autorizzazioni o burocratismi paralizzanti. Il referendum propositivo o abrogativo per delle leggi o provvedimenti può essere fatto via posta certificata quando richiesto da più di 50.000 cittadini, applicando il dettato costituzionale della sovranità dei cittadini!
La pubblica amministrazione (la totalità dell’apparato pubblico) va riformata attraverso l’educazione di chi la compone (dipendenti) e di chi la guida (politici), i quali devono sapere che la loro inettitudine ricadrà sui propri figli.

5. Giustizia: garantire un equo processo in tempi ragionevoli (massimo un anno per ogni livello di giudizio, che dovrà comunque essere provvisoriamente esecutivo), conciliando celerità/diritto alla giustizia a prescindere dalla propria capacità economica/diritto di difesa (senza abusarne); adottare misure deflattive della domanda di giustizia e sanzionare anche economicamente in misura maggiore le cause temerarie e i loro promotori (parti e difensori) con rifusione anche delle spese di giustizia tenendo conto della capacità reddituale. Modernizzare le strutture giudiziarie adeguando il numero dei magistrati e del personale alla popolazione ed alle attività economiche presenti. Sospendere la prescrizione dei reati penali, adottando servizi civili, utili ai cittadini a compensazione del danno e in sostituzione della carcerazione. Va introdotta, per legge, l’obbligatorietà della mediazione preventiva, che deve essere espletata entro 60 giorni. Gli atti, in caso di non risoluzione, vengono fatti propri dal giudice che potrà emettere velocemente la sentenza. Chi promuove la causa dovrà depositare il 2% dell’importo rivendicato in tribunale per caparra delle spese di mediazione ed un ulteriore 5% nel caso si ricorra al tribunale (saranno esclusi solo i soggetti senza possibilità economiche o indigenti, per i quali l’importo sarà prelevato dalla parte soccombente il giudizio).

6. Scuola più vicina all’economia: potenziamento e meritocrazia devono poter fare della nostra scuola (università compresa), il motore di questo Paese e la vera arma per il nostro riscatto puntando sulle prossime generazioni. Studio e training dopo i 16 anni, tasse e proseguimento negli studi solo in relazione ai voti e al talento; università riformate e cancellazione delle autoreferenzialità e nepotismi; coinvolgimento delle esperienze imprenditoriali. Scuola a tempo pieno fino ai 16 anni; adeguamento dell’orario e paghe degli insegnanti come per tutti gli altri dipendenti pubblici.

7. Re-start Italia: Ricerca, innovazione e nuove imprese innovative devono essere favorite sia a livello universitario sia imprenditoriale, con destinazione di almeno il 3% del PIL; tax holiday: esenzione da imposte e contributi nei primi 3-5 anni per tutte le imprese innovative, per i disoccupati e giovani al primo impiego (o forse per tutte le nuove imprese come avviene in tanti altri stati). Le regole, le leggi e soprattutto la tassazione diretta e indiretta sulle imprese e sul lavoro in Italia dovranno essere gradatamente, ma decisamente, ridotte e riallineate alla media dei cinque stati OCSE più virtuosi, con l’annullamento dell’Irap, dell’Imu sulla prima casa e sugli immobili industriali e turistici (o strumentali all’impresa). Il peso impositivo dell’IMU sulle attività produttive dovrà essere rapportata all’utile dell’attività economica esercitata con un tetto massimo del 5% sugli utili o dello 0,5% sul fatturato, spostando la tassazione da chi opera e produce alle speculazioni finanziarie, ai redditi di posizione o redditi parassitari. Favorire la crescita del PIL attraverso l’incentivazione dell’innovazione di processo e prodotto, l’aggregazione delle imprese e la loro internazionalizzazione favorendo una struttura manifatturiera rivolta all’export. Valorizzazione del Made in Italy (design & fashion, food & beverage, turismo, prodotti dell’artigianato e locali… Taste of Italy) dobbiamo difendere l’originalità, il marchio, il valore e design e le capacità del Made in Italy, che dovrebbe essere usato solo da chi produce oltre il 75% di prodotto in Italia, con barriere all’ingresso a prodotti dunping o che porterebbero alla perdita e desertificazione delle produzioni nazionali rendendoci estero dipendenti ed impoverendo o desertificando le nostre culture, agricolture, produzioni locali…

8. Ammodernamento dei servizi pubblici e delle infrastrutture viarie, ferroviarie, aeree, marittime e logistica moderna con parcheggi e snodi scambiatori (gomma, treno, bus, aereo). Prevenzione, per quanto possibile, e non rincorsa alle emergenze nei disastri naturali. Vanno favoriti gli investimenti e le gestioni private in concessione, che, fatti salvi alcuni servizi essenziali, dovranno andare in gara ogni 5-10 anni: lo stato deve essere regolatore e controllore, nella ricerca del miglior servizio al minor costo per il cittadino, e non deve fare l’imprenditore o peggio proteggere o tutelare posizioni monopolistiche o dominanti. Ad esempio 24 milioni di famiglie pagano 100 euro/anno (dati 2014) per la rete di trasmissione dati in rame, lenta! Una connessione di tutto il paese in fibra ottica costerebbe al max 1000 euro/ad utente che verrebbe ampiamente ammortizzato dall’attuale canone di 100 euro/anno sopra indicati, ma questo non viene attuato probabilmente poiché delle lobby condizionano il parlamento lasciando redditi di monopolio a pochi. 

9. Sanità minima garantita dallo Stato sostenuta progressivamente in relazione al reddito e al patrimonio del cittadino.

10. Pensioni minime dignitose: il tetto massimo non dovrebbe superare di 12 volte la minima, decrementate in relazione al reddito e al patrimonio di ogni cittadino. L’età di pensionamento dovrà essere uguale per tutti i cittadini (fatta eccezione per lavori usuranti).

11. Remunerazione della politica e di tutti i manager pubblici o di società partecipate, per i livelli apicali, secondo la “regola Olivetti” 10 volte o come la Svizzera: al massimo 12 volte lo stipendio minimo di un lavoratore con una valorizzazione del merito e dei risultati che potranno elevarla di un 30% al massimo e comunque stock options, premi e/o incentivi non potranno cumulativamente superare mai di venti volte lo stipendio minimo. Nessun funzionario o dirigente pubblico potrà avere uno stipendio cumulativo lordo (inclusivo di altri incarichi o emolumenti e privilegi) superiore a quello del Presidente della Repubblica.

12. Riconoscimento ed incentivazione al merito cittadino ed all’etica ed “integrità” morale: il merito deve essere un riconoscimento della contribuzione personale alla comunità e anche un criterio per la valorizzazione e la crescita delle persone nella pubblica amministrazione. La corruzione, soprattutto quella pubblica, deve essere debellata con chiare leggi, che favoriscano la denuncia incentivandola, manlevando i concussi, condannando i corrotti alla restituzione doppia delle somme incassate, proibendo loro a vita da qualsiasi impiego o contatti, anche lobbistici, con la pubblica amministrazione o con suoi collaboratori o partecipate.

 

 

 

I NUMERI DELL’ECONOMIA ITALIANA (Per 2020  incrementare del 5% i dati 2017 ca.)

2017

2016

PIL (Prodotto Interno Lordo)

1.717 miliardi

1.681 miliardi

Debito Pubblico

2.270 miliardi

2.218 miliardi

Entrate dello Stato 800*miliardi (fiscalità, contributi, extratributarie) per 2/3, il 66% circa pagate dalle imprese per IVA, imposte Societarie e come Sost. d’Imposta per contributi e Tasse sui redditi dei lavoratori (senza partite IVA lo Stato Muore!)

l’ISTAT classifica le entrate in questo modo: Prod.uso proprio 38 + Imp. Dirette:  250 + Imp. Indirette 250 + Contributi soc.li 222 + Altre entrate corr.  35 + Entrate in c/capit. 5 = tot entrate 800 mld.

*Pari al 47% del PIL –> 13.300 per cittadino / 30.500 per famiglia

USCITE DELLO STATO

840 miliardi

49% del PIL, €14.000/cittadino

INPS (prestazioni sociali in denaro)

337 miliardi

41% della totale spesa pubblica, 20% del PIL

Altre prestazioni sociali

15 miliardi

Sanità

112 miliardi

Sprechi stima GIMBE: 25 mld; stima OCSE 20% (+  Costi della Sanità Privata: 37 mld)*

Sanità pubbl. Costo medio/abitante € 1.866 / anno – includendo sanità privata = € 2.450 / anno/persona

INPS + SOCIALITÁ + SANITÁ  totale

464 mld

56% del totale spesa pubblica, 27%delPIL.(Media OCSE 15-17%: + 70%!)

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Spese generali

72 mld

Altre uscite in C/Capitale

66 mld

Interessi debito pubblico

66 mld

Scuola

65 mld

Ordine pubblico e sicurezza

30 mld

Difesa

20 mld

Ambiente

16 mld

Altre non classificabili

41 mld

TOTALE USCITE

840 mld*

*di cui: DIPENDENTI PUBBLICI e costi relativi: circa 170 miliardi (10% del PIL) – in Germania ha un’incidenza del 7% (anche perché il loro PIL pro-capite è molto più elevato)

Il Miglioramento della SPESA PUBBLICA dovrebbe essere applicata con gradualità in 5 anni per legge e per equità/giustizia sociale; Adottando i Costi Standard (il più virtuoso diventa lo Standard per tutti), porterebbe ad un risparmio sulla spesa pubblica da un minimo del 5% ad probabile 10% (risparmiando 60-70 mld) che aggiunti ai 66 mld. di assurdi interessi sul debito pubblico pagati inopinatamente come tasso svantaggioso sull’euro (la Germania, il più ricco, paga zero noi, più poveri il 3%, con la stessa moneta .. assurdità..); RIQUALIFICHEREMO e RICALIBREREMO così la Spesa Pubblica e, unitamente ad una azione riformatrice sulla spesa Pensionistica oggi sproporzionata rispetto al PIL, avremmo RISORSE da dedicare alla CRESCITA ECONOMICA, dell’EXPORT, della BILANCIA COMMERCIALE e quindi ad una migliore occupazione e reddito per tutti i cittadini; Riportando così il Rapporto Deb/Pil a livelli più accettabili  http://sisalviamolitalia.it/conoscere-i-numeri-delleconomia-italiana-per-poter-capire-ed-agire-nel-migliorarla/