Invitiamo Confindustria, molti di noi sono associati e pagano i contributi, ad aggregarsi con NOI imprenditori e lavoratori alla “Giornata Costituzionale” > “Swith Off” proclamato per il 28 marzo 2014.

Se Confindustria non risponderà o non  parteciperà, diffonderemo la notizia ed inviteremo i colleghi imprenditori al chiedersi il perché, PERCHE’ CONFINDUSTRIA NON STA A FIANCO DI NOI IMPRENDITORI O PERCHE’ NOI PAGHIAMO I CONTRIBUTI (ma siamo certi che anche Confindustria e le altre associazioni, se hanno a cuore le imprese ed il lavoro, saranno al nostro fianco).  

Per ridare un futuro alle imprese, ai lavoratori e ai giovani non servono più parole, MA FATTI!!! Gli ultimi 20 anni di Confindustria hanno accompagnato e condiviso la disfatta e l’impoverimento dell’Italia. Ora bisogna passare ai fatti, allo SWITCH OFF: spegniamo le luci, fermiamoci e vediamo se arrivano i fatti che chiediamo.

Uno stato che rispetti i pagamenti, che non agisca coercitivamente verso imprese e/o lavoratori e/o cittadini. Lo stato saldi i 100 miliardi dei crediti delle imprese, permetta la compensazione fra crediti da incassare e tributi da versare, permetta la rateizzazione con tasso BCE a chi non ha la possibilità di finanziarsi per pagare le tasse, protegga prima delle banche le imprese, i lavoratori e cittadini.

–       Abolizione dell’IRAP, una demenziale tassa sull’occupazione e sui debiti d’impresa.

–       Tetto all’IMU, che non deve mai superare il 5% del reddito lordo o lo 0,5% del fatturato d’impresa, negli immobili usati dalle imprese per le proprie attività produttive.

–       L’IVA venga assolta quando incassata.

–       Tassazione sulle imprese e sui lavoratori MAI superiore al 33% (media OCSE).

–       Taglio di almeno il 90% delle pazzesche pratiche burocratiche ed adempimenti fiscali e procedurali.

–       Zero tasse e tributi, per 3-5 anni, sulle assunzioni di disoccupati, cassaintegrati e persone in mobilità.

–       Fissare un livello massimo di tassazione complessiva: non deve MAI superare il 40% del PIL reale o del reddito lordo di impresa. Lo Stato, ed insieme tutti gli enti, smettano di incrementare le tasse e recuperino gli sprechi vergognosi che hanno e che fanno: 60-70 miliardi dalla corruzione pubblica; 70-100 miliardi di strutture inutili ed inefficienti; burocrazie paralizzanti, super-stipendi e super-pensioni vergognose, un apparato politico gigantesco ed insostenibile di strutture che devono essere smantellate (le Province, le Prefetture, le Camere di Commercio, migliaia di enti inutili, la riduzione dei parlamentari, dei consiglieri regionali, delle spese della Presidenza della Repubblica e di tutta una serie di altre spese che, se riportate alla media di paesi come l’Inghilterra o l’America, andrebbero tagliate dal 50%  al 90%, come il numero di parlamentari).

I SOLDI CI SONO, i cittadini li versano, LO STATO, e gli enti, DEVONO spendere con molta più diligenza, responsabilità ed in maniera parsimoniosa i soldi delle tasse, poiché sono i soldi dei cittadini! 

Confindustria non continui, come negli ultimi 20 anni, a fare promesse e parole come qui sotto evidenziato, a sostenere governi che ci hanno distrutto le imprese e ridotto alla miseria! Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, una parte dei Sindacati e tutte le vecchie associazioni che hanno condiviso negli ultimi decenni, o che sono colluse con la casta ed il potere, cambino rotta, agiscano con NOI imprese e con i lavoratori, non contro di noi o dormendo nei loro poltronifici!

Il 28 marzo 2014 tutte le imprese e i lavoratori inizieranno con uno switch-off, spegneranno le luci e le macchine, si fermeranno fino a quando i nostri governanti non adotteranno le misure sopra indicate che sono indispensabili per non vedere il Paese morire, e con la morte delle Paese moriranno le imprese ed i lavoratori. Basta con burocratismi, balzelli, tasse, caste e mafie… siamo NOI che produciamo e teniamo in piedi il Paese. I produttori esigono il rispetto della Costituzione, iniziando dall’articolo 1.

NULLA E’ CAMBIATO, ANZI ABBIAMO PEGGIORATO, gli imprenditori e i lavoratori hanno pagato i contributi alle loro associazioni credendo che veramente avrebbero fatto i loro interessi. Invece NON HANNO FATTO NULLA DI CONCRETO, hanno solo accompagnato misure coercitive, balzelli, tasse e svilimento delle imprese e dei lavoratori. 

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