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1.623 Commenti

  1. UberAll

    Le Pazzie dei nostri governanti:
    Prima, 4 anni fa, Monti? Mettono una tassa sulle barche e yacht che quasi distrugge il settore: il fatturato Italia è passato da 3 miliardi a 200 milioni, una perdita di oltre il 90% … Persi così natanti ed occupati…
    Ora aboliscono questa tassa, ora che hanno quasi disintegrato il settore fanno ammenda e riconoscono l’imbecillita’ della legge ed il terrorismo fiscale contro un settore che era il primo al mondo, finito in gran parte fallito o in mano straniere!
    Ma stanno facendo lo stesso con un vitale settore dell’economia: “edilizia e costruzioni” fra ICI, IMU, TASSE A PIOGGIA hanno terrorizzato i risparmiatori, depresso il settore, fatto crollare le quotazioni, fallire il 50% delle imprese e creato un buco di insolvenze, forse insostenibile, in molte banche che falliranno???
    Ma perché manteniamo questi politici incapaci nel gestire l’economia o capaci solo a distruggerla?
    Perché i media non ne parlano? Ma anche tutta l’informazione è diventata imbecille e correa con gli incapaci governanti?

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  2. UberAll

    Cittadini (ed anche aziende?) non tenete più di 100.000 euro in banca
    “””Dal web, corriere del Veneto….
    Puff. Ottantamila euro vaporizzati. Bond subordinati? No, soldi su un conto corrente bruciati nel crac di una banca online, Banca Network. Enzo Buccioni aveva 181 mila euro sul conto che in prima battuta è stato congelato e poi la procedura è stata automatica: 100 mila euro garantiti dal Fondo Interbancario, 80 mila dispersi nel crac…..”

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  3. UberAll

    BANCHE E PARTITI, ZERO FIDUCIA DEGLI ITALIANI
    Le vicende che hanno investito il sistema bancario negli ultimi giorni hanno determinato una ulteriore contrazione della fiducia dell’opinione pubblica nelle istituzioni finanziarie. Secondo il trend rilevato dall’Istituto Demopolis per il programma Otto e Mezzo, la fiducia degli italiani nelle banche crolla dal 30% del 2005 al 12% del 2011 sino al 10%
    odierno. “
    «Per il sistema bancario – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – è il punto più basso degli ultimi dieci anni, in coda nella graduatoria di credibilità espressa dai cittadini, poco al di sopra dei partiti politici, apprezzati da appena il 4% degli italiani».

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  4. UberAll

    Leggo nel web, da “La Tribuna di Treviso” del 9 dic video intervista:

    L’INTERVISTA/ “Veneto Banca, indotti a vendere azioni a ogni costo”
    Parla uno dei dipendenti dell’istituto di credito trevigiano Veneto Banca, oggi nel ciclone e sotto accusa da parte degli azionisti che avevano investito in azioni offerte dall’istituto ed ora svalutatissime. «Tensione negli uffici, premi solo a chi seguiva la linea».

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  5. Fronte Veneto

    ANCORA SU VENETO BANCA dal WEB “Corriere del Veneto 15 dic 2015”

    Veneto Banca, tra i soci un fronte del no
    ma Bolla convince sindaci e industriali
    Centinaia a Spresiano, in assemblea sarà battaglia. Il presidente: «Se ne assumeranno la responsabilità»

    Veneto Banca, incontro degli azionisti a Spresiano

    SPRESIANO (TREVISO) «La pace sia con te, fratello». «Eh, la pace… io gli spaccherei la testa a quelli là, altro che». Don Enrico Torta, il parroco di Dese che s’è messo alla testa dei piccoli e piccolissimi stritolati da Veneto Banca, ha il suo bel daffare a tener calmi i 600 e più a cui ha dato appuntamento in una discoteca dal nome evocativo, l’Odissea di Spresiano, per discutere le proposte del coordinamento che riunisce i soci delle due popolari, ormai sull’orlo di una crisi di nervi. «Serve una rivoluzione morale, è una questione di giustizia» ammonisce quasi fissandoli negli occhi uno a uno, prima di ribadire, scandendolo con l’indice, il suo primo comandamento: «No, no e poi no alla trasformazione in Spa e alla quotazione in Borsa. Come cristiani non possiamo permetterlo, non possiamo lasciare che trasformino in carta straccia il sudore e le lacrime di migliaia di nostri fratelli. Questa è delinquenza e come tale va denunciata. Non dobbiamo aver paura, ricordiamo ciò che disse Gesù quando cacciò i mercanti dal tempio: avete fatto della casa di Dio una spelonca di ladroni, fuori di qui!».

    Si libera l’applauso, mentre in un angolo un notaio raccoglie le deleghe in vista dell’assemblea di sabato e da una fila all’altra passa di mano il volantino con «gli unici rimedi possibili al disastro senza precedenti alle porte»: immediato rinvio dell’assemblea, nomina di un nuovo consiglio di amministrazione allargato alle associazioni degli azionisti, nuovo piano industriale, istituzione di una commissione di esperti indipendenti «che valuti la possibilità della scissione di Veneto Banca in più banche, ciascuna con un attivo inferiore agli 8 miliardi», così da mettersi al riparo dal decreto del governo. Si annunciano azioni di responsabilità all’indirizzo dei direttori di filiale, «che hanno eseguito gli ordini contribuendo a provocare questo Vajont». Don Torta chiede un minuto di silenzio in memoria di Luigino D’Angelo, il pensionato di Civitavecchia che si è tolto la vita dopo aver perso 110 mila euro nel crack di Banca Etruria, poi tocca agli avvocati. Andrea Arman indica nelle banche «il maligno», taccia chi le ha guidate d’essere «gente senza morale», bolla come «infami» quelli che «vanno dicendo che siamo avvocaticchi alla ricerca di clienti facili e un posto nel cda». Il rinvio dell’assemblea? «Si può fare eccome, l’ha detto anche il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti. C’è tempo fino al 31 dicembre 2016».

    I Cinque Stelle, seduti in prima fila, incassano un applauso dietro l’altro mentre sono bordate all’indirizzo della Lega e del governatore Luca Zaia, «quello che qui non si fa vedere ma corre alla Fiera di Santa Lucia ad accarezzare i cavalli » (nel Carroccio si salva solo il deputato Filippo Busin, seduto in un angolo). Quindi l’avvocato Sergio Calvetti: «Io non sono evangelico, non porgo l’altra guancia, sono qui per dirvi come recupereremo i vostri soldi». Poi annuncia un esposto in procura a Treviso per il sequestro «dei pacchetti di deleghe» che a suo dire verrebbero fabbricati nottetempo in Veneto Banca. Dalla platea, come in certe messe Gospel, ogni tanto si alza una voce, pensieri che traboccano per diventare grida, tirano in mezzo Verdini e Galan, Trinca e Consoli, non si sente bene ma il concetto è chiaro: se dev’essere, che muoia Sansone con tutti i filistei. «Chi pensa di modificare il percorso che abbiamo tracciato si assumerà tutte le responsabilità dei danni gravissimi che provocherà all’economia e al tessuto sociale del nostro territorio» è la risposta a distanza del presidente di Veneto Banca, Pierluigi Bolla, uscito dall’ennesimo incontro di questi giorni, stavolta con una cinquantina di sindaci riuniti a Montebelluna insieme al governatore Zaia da Marzio Favero: «Dobbiamo fronteggiare il panico, è evidente che l’emotività creata dalla vicenda delle quattro banche salvate dal governo sta finendo per investire anche noi, sebbene siano casi completamente diversi. Quella che abbiamo individuato è la road map migliore – assicura Bolla – bisogna avere fiducia».

    I sindaci, più che convinti, sembrano costretti a crederci: «La trasformazione in spa e la quotazione in Borsa sono strade obbligate, l’unico modo per chiudere l’aumento di capitale e sperare di ridare valore alle quote – dice il sindaco di Treviso Giovanni Manildo – Ci è stato promesso che sarà garantito il diritto di prelazione agli azionisti, mi pare un passo importante ». Aggiunge Favero: «Abbiamo chiesto che il percorso sia il più trasparente possibile, siamo molto preoccupati perché la tensione tra i nostri cittadini è altissima». Prima dei sindaci Bolla aveva incontrato i componenti del consiglio direttivo di Unindustria Treviso e pure loro, guidati dalla presidente Maria Piovesana, alla fine hanno detto sì: «Condivido la prospettiva della trasformazione e della successiva quotazione – conferma Piovesana – e auspico che le sofferte ragioni a sostegno di questo progetto possano prevalere». Anche gli industriali chiedono trasparenza e poi «attenzione alle imprese, così da evitare ricadute negative sugli affidamenti. Le parole d’ordine sono prudenza e nervi saldi». Già. Intanto, ad un paio di decine di chilometri di distanza, don Torta scioglie il suo popolo. Così: «Chi non partecipa alla lotta e un figlio di…». Vi lasciamo immaginare il coro in rima.
    15 dicembre 2015

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    • Pier Antonio

      ALLARME E SOLLECITO AL PRESIDENTE BOLLA, di veneto banca
      La richiesta delle associazioni, di avere loro rappresentanti in CdA mi sembra non solo legittima ma oltretutto opportuna
      INVITO IL PRESIDENTE A RIFLETTERE, non può continuare con un CdA di personaggi suggeriti da chi ha poerpetrato il disastro!

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      • Pier Antonio

        Dal web, La Tribuna di Treviso del 15 dicembre 2015
        L’assemblea dei soci all’Odissea

        Proposta: creare un fondo «e Consoli metta il suo stipendio». Bordate a don Torta e difesa dei dipendenti: «Sono vittime»

        TREVISO. Quattro milioni e duecentosettantamila euro. È lo stipendio che Veneto Banca ha versato lo scorso anno all’ex amministratore delegato e direttore generale, Vincenzo Consoli. Proposta provocatoria: «Metta quei soldi in un fondo per risarcire chi ha perso tutti i propri risparmi con le azioni Veneto Banca». A lanciarla è Massimiliano Paglini, segretario del sindacato dei bancari First Cisl di Treviso e Belluno.

        Il fondo. Dietro la provocazione a Consoli c’è un progetto serissimo e concreto: creare davvero un fondo-salvagente per chi ha perso tutto. Non per chi ha consapevolmente rischiato l’investimento al fine di guadagnare con azioni e dividendi di Veneto Banca, bensì solamente per chi non è stato adeguatamente informato, preparato, invitato a diversificare. «Lo chiederemo alla banca», ha detto ieri Paglini. Una proposta analoga era partita qualche mese fa da Andrea Tomat, ex presidente di Confindustria Veneto e Unindustria Treviso: ora il sindacato la porta ufficialmente sulla scrivania di Pierluigi Bolla, presidente di Veneto Banca, che ieri ha incontrato un altro gruppo di sindaci per fare con loro il punto della situazione. Domande tipo quanto (mettere nel fondo), come (gestirlo) e chi (rimborsare) dovranno trovare una risposta condivisa, ma la strada che ha in testa il sindacato è chiara: sia la banca a risarcire i risparmiatori che si possono definire in un ventaglio che va da «sfortunati» a «truffati», secondo quanto sostengono centinaia di esposti depositati da piccoli e medi azionisti.

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        • Belzebù

          Oltre 4 milioni a Consoli? INAUDITO! Consoli andava, fino a poco tempo fa, a convocare centinaia di soci invitandoli ad aver fiducia nella banca, presentando bilanci floridi ed aspettative ancora più floride (poi arrivavano i funzionari ad invitarci a sottoscrivere le azioni che si sono svalutate di oltre l’80% ANCORA PIU’ INAUDITO!
          Uno si aspetta, in un paese normale, che il DG non solo chieda scusa ma se ne vada senza chiedere milioni di liquidazioni: SU QUESTE MILIONARIE LIQUIDAZIONI IL CDA NE HA UNA PRECISA RESPONSABILITA’ INSIEME A CONSOLI ED AL PRESIDENTE TRINCA

          Ma le Nostre Associazioni dei Commercianti, Artigiani, Industriali e Pensionati cosa fanno? perchè non protestano a questa spogliazione cinica del risparmio dei veneti?
          Forse aspettano un posticino per i loro presidenti nel CdA come avvenuto in passato?
          E la desertificazione del risparmio dei cittadini e dei colleghi imprenditori?… ma chi se ne frega… sembra di sentire!
          Ma dove sono stati bruciati i soldi? Chi hanno affidato, finanziato, che poi non ha restituito? perchè non hanno valutato attentamente le garanzie?
          Anche su questo fronte va fatta chiarezza
          ED IL NUOVO PRESIDENTE BOLLA NON PUO’ ESIMERSI DAL FARE CHIAREZZA, altrimenti dovremmo pensare che è correo o che continuerà negli stessi modi a gestire il risparmio dei cittadini, e quindi, dobbiamo guardarci bene dal mettere i soldi in Veneto Banca?

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  6. MISONVENETO

    15 dicembre 2015 SU VENETO BANCA, un’aòtra banca che ha bruciato una grande fetta del valore delle azioni;
    DALLE AGENZIE DI STAMPA – (Adnkronos) – Durante l’incontro il presidente Bolla ha illustrato le ragioni della trasformazione: l’esigenza di ricapitalizzare la banca; quella di creare dei fondi di garanzia per i crediti e quindi di accantonare le risorse, la trasformazione in SpA con quotazione in borsa e la necessità di recuperare 1 miliardo di euro. Bolla ha inoltre spiegato di aver optato per la prelazione da parte dei soci ed assicurato che saranno tagliati i rami secchi, ma non i posti di lavoro. Ha infine rassicurato i sindaci anche come il valore di recesso non coincide col valore reale delle azioni, né con quello che sarà esposto alle fluttuazioni della Borsa quando l’istituto sarà quotato.I sindaci, tra i quali anche quello di Treviso, Giovanni Manildo, ed il presidente della Regione Zaia, hanno unanimemente chiesto “trasparenza e l’accertamento delle responsabilità affinché chi ha compiuto errori ne risponda”. Apprezzato l’intervento del presidente Luca Zaia che ha parlato di “tragedia” sottolineando “il dramma dei piccoli risparmiatori che hanno investito nell’istituto” così come della “necessità di garantire maggiore consapevolezza sulle chance per il futuro affinché i cittadini siano più consapevoli sugli investimenti” e ribadendo come, “in questo caso, le responsabilità non appartengono alla politica, almeno a quella locale”.

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  7. UFO0067

    anche RICHARD GERE (66) AUSPICA MENO BOMBARDAMENTI IN MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA, che stanno uccidendo centinaia di migliaia di civili, e che sono la genesi (la causa ed il proliferare) dei terroristi dell’ISIS

    Un regalo per il 2016? Fine anno, tempo di bilanci. Anche Gere fa un augurio generalizzato per l’anno in arrivo. “Auguro più pazienza. Ci sono troppi motivi per cui diventiamo pazzi e violenti, quindi spero che si riesca tutti a prenderci un po’ di spazio per fare un passo indietro e guardare le cose nel loro complesso. Il mondo dovrebbe imparare a reagire non sull’onda della paura e dell’ansia ma a cercare di capire perché accadono certe cose. E’ un periodo difficile, dobbiamo esprimere tutta la saggezza di cui siamo capaci. Ci vuole molto coraggio”.

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  8. Furin G

    QUANDO SAPREMO CHI HA BENEFICIATO DA VENETO BANCA E BANCA POPOLARE DI VICENZA di liquidazioni da paperoni o prestiti non garantiti?
    Quando conosceremo gli intrecci ed interessi fra i Consiglieri e gli INCAGLI O SOFFERENZE?
    Leggo dalla stampa e mi domando: ANCHE LE BANCHE DEL NORDEST FARANNO LA STESSA FINE?
    “Banca Etruria, indagati i vertici: faro Consob su De Benedetti “””
    chiudono le stalle quando i buoi sono scappati!

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    • Furin G

      PERCHE’ ALCUNI AZIONISTI, MILIONARI, SONO STATI LIQUIDATI ED ALTRI POVERACCI… o non raccomandati INVECE NO?

      SPERIAMO CHE LA GIUSTIZIA SI PRONUNCI PRESTO!

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      • Edo88

        Ma è vero che Bruno Vespa aveva 5 milioni di azioni di Veneto Banca o Popolare di Vicenza ed è riuscito a venderle, si dice guadagnandoci?
        Voglio solo verificare se queste chiacchere sono esatte

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  9. Reed

    CONFLICT OF INTERESTS; conflitto di interessi, leggo che anche il Vostro Primo Ministro, o suo padre, e probabilmente la famiglia della Ministra Boschi intrattenevano affari in conflitto di etica, ma sopratutto di sostanza, con i ruoli ricoperti dai propri figli nelle istituzioni.
    Ma perchè l’Italia non si dota di norme di comportamento che prevedano che chi, fa affari con banche, finanza, o enti pubblici non devono in nessun caso amministrare la cosa pubblica ne direttamente ne attraverso propri famigliari?
    Da noi queste cose farebbero assolutamente scandalo ed avverebbero immediatamente le dimissioni dai ruoli pubblici in attesa di chiarimenti!
    Lo Stato non può avere queste ombre e sospetti fra i propri vertici

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    • Tony

      Perchè purtroppo da noi qui in Italia, caro Reed, il servizio pubblico, public servants, non è considerato un servizio a favore della colettività, ma una delle maniere per assicurarsi salario e benefits/privilegi, quand’anche una maniera lecita, e come vedi anche illecita, di arricchimento

      Rispondi
    • Elena

      SE CI FOSSE LA VOLONTA’ POLITICA, IN UNA SERIA LEGGE ANTICORRUZIONE, simile a quella che proponete voi, POTREBBERO INSERIRE DELLE REGOLE SUL CONFLITTO DI INTERESSI

      MA CI DEVE ESSERE VOLONTA’ POLITICA DI FARLE E SOPRATUTTO DI FARLE APPLICARE!

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  10. Bruno-43

    CAMPODARSEGO – Il sindacato di polizia Coisp definisce ‘la legislazione del tutto inadeguata’ riferendosi all’arresto nel padovano di un bosniaco colpito da mandato internazionale, pluripregiudicato, che era stato identificato in Italia già 42 volte con 21 nomi diversi.
    «Se una persona può andarsene in giro liberamente per l’Europa e, soprattutto, per l’Italia, nonostante un curriculum criminale lungo come un lenzuolo – rileva il Coisp – dire che c’è qualcosa che non va è un eufemismo. Gli strumenti legislativi in questo ambito sono evidentemente del tutto inadeguati».
    Ma quanto si dovrà ancora aspettare al fine che la politica si svegli!

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    • Belzebu

      Perché politici e giudici vogliono mantenere leggi e procedure che mantengono i delinquenti impuniti?
      PERCHÉ ? Perché questi governanti e giudici li difendono? o perlomeno non fanno nulla di concreto!

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