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1.623 Commenti

  1. IVO

    CIVILI UCCISI NEI BOMBARDAMENTI, i media occidentali ci informano solo dei civili uccisi dall’ISIS, PERCHÉ NON CI INFORMAMO DELLE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI MORTI SOTTO I NOSTRI BOMBARDAMENTI RUSSI ED OCCIDENTALI che generano i kamikaze da noi e le MIGRAZIONI BIBLICHE?
    Isis bombarda scuola in Siria, uccise nove studentesse
    È accaduto nei bombardamenti condotti dai miliziani contro una scuola della città di Deir Ezzor. E in Iraq offensiva per riprendere possesso della città di Ramadi, da maggio nelle mani dei miliziani: «La riconquisteremo entro 72 ore» fanno sapere fonti irachene
    Nove studentesse sono rimaste uccise nei bombardamenti condotti dall’Isis contro una scuola della città siriana di Deir Ezzor. A riferirlo l’agenzia di stato di Damasco Sana. E anche l’Osservatorio siriano per i diritti umani fa sapere che sulla scuola, che si trova nel distretto di Hrabesh controllato dal regime, sono caduti diversi razzi. Una ventina i feriti. Le vittime sarebbero per la maggior parte minorenni.

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  2. IVO

    MIGRAZIONI BIBLICHE! FINCHÈ CONTINUIAMO A BOMBARDARE, LORO CONTINUERANNO AD ARRIVARE
    Il flusso di migranti più elevato dalla Seconda guerra mondiale, quattro volte le cifre dell’anno scorso. Un’onda lunga un milione di persone, di cui la metà siriani, che nel 2015 ha attraversato il Mediterraneo per cercare rifugio in Europa sbarcando sulle coste dell’Italia e della Grecia. E almeno 3.700 sono morti annegati nelle sue acque, a cui si aggiungono in queste altre 11 vittime, tra cui 3 bambini, di un nuovo naufragio nell’Egeo di un barcone che cercava di raggiungere l’isola di Samos

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  3. IVO

    La crisi degli istituti di credito riflette le difficoltà delle piccole imprese nel Nordest e al Centro: hanno lo stesso appeal di sindacati e partiti

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  4. Remo S.

    BUONE FESTE A TUTTI, a grandi e piccini, agli occupati ed ai disoccupati, sperando che il 2016 DIVENTI E SIA UN ANNO MIGLIORE DEI PASSATI 8!

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  5. Fame

    L’AUSTERITY SUICIDA DELLA UE SVEGLIA I GOVERNANTI, anche RENZI:””””Ma, al di là delle voci fatte trapelare al vertice Ue circa una “vivace discussione” con Angela Merkel, Renzi tiene a precisare: “Io non faccio una battaglia contro l’Europa, a differenza di quello che scrivono alcuni commentatori. Io faccio una battaglia per l’Europa. Ma l’Europa del sociale, della cultura, dell’innovazione, dell’occupazione. Non solo l’Europa dei numeri, dei parametri, dei vincoli. Tutto qui. Così facendo difendo l’interesse dell’Italia, certo. Ma difendo anche la dignità dell’Europa”.

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    • Consul

      Leggi questo Fame, a proposito di Europa politica e finanziaria,
      è sul tema:
      Il Financial Times di oggi dedica ampio spazio ad un’intervista a Renzi (che viene peraltro ripresa da alcuni giornali italiani). Renzi critica (con argomenti che conosciamo) quella che definisce l’Europa che si muove nell’interesse di un solo paese (la Germania)
      A pagina 9 poi un lungo editoriale dal titolo “Europe’s decline is a global concern” (Il declino dell’europa è una fonte di preoccupazione a livello globale) di cui si possono immaginare i contenuti

      Questi articoli da un lato qualche sospetto dietrologico lo fanno venire, i prossimi mesi saranno dominati (ahinoi!!!! Perché sarà una cosa insopportabile…) dal dibattito sulle trattative tra la UE e la Gran Bretagna sulla Brexit e qualche sospetto che il Financial Times voglia indebolire la UE ce l’abbiamo.

      Oggi però uno dei nostri più attenti conoscitori della macchina europea scrive sul Corriere della Sera. Scrive che questo è un periodo di grande difficoltà e di grande scetticismo nel “giro” di Bruxelles. Il fatto che come dice Renzi i governi (e quindi i loro burocrati a Bruxelles) che si dimostrano filo europei alle elezioni vengono regolarmente mandati a casa certamente non crea ottimismo. Milanesi segnale come qualcuno stia ragionando sul creare un gruppo coeso di paesi che vada avanti e si “divida” dagli altri, e chiude dicendo che si vedrà se l’Italia ne farà parte. Sembra questa una fantasia, l’Europa da la sensazione di essere un pachiderma quando si muove in avanti, ma probabilmente lo sarà anche nei passi indietro. Comunque un qualcosa da tenere monitorato

      Per metterci di buon umore segnalo che ieri Weidmann ha fatto alcune dichiarazioni molto dure sul debito di alcuni paesi dell’area euro (dicendo tra le altre cose che gli attuali tassi bassi danno una falsa sensazione di sostenibilità) e che Draghi (il cui mandato è iniziato nel 2011 e ha durata di 8 anni) in Germania è sotto un pesante attacco (anche oggi) da parte della Frankfurter Allgemeine (il più importante giornale tedesco)

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  6. Remo S.

    BOLZANO E TRENTO fra le prime 3 province in Italia per la qualità della vita!
    DIMOSTRAZIONE CHE L’AUTONOMIA ED IL FEDERALISMO PREMIA E PAGA

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  7. Ferro TS

    Leggo dalla stampa: sembra tutto assurdo….!?
    BANCA ETRURIA SPENNAVA I RISPARMIATORI MA FACEVA FELICI I GIORNALISTI – A LIBRO PAGA PER LA RIVISTA “ETRURIA OGGI” GRASSO, CAZZULLO, ACCATTOLI, ETC.
    MA ANCHE ECONOMISTI DI PUNTA COME GIACOMO VACIAGO, LORETTA NAPOLEONI, SALVATORE BRAGANTINI E NOTISTI POLITICI COME STEFANO FOLLI

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  8. Paso

    IL VOTO DEL 20 DIC HA CONSEGNATO UNA SPAGNA CHE RIFIUTA LA CASTA GOVERNATIVA CHE HA PRIVILEGIATO IL VECCHIO MODO DI GOVERNARE AD UN RISPETTO DEL CITTADINI, DELLA ORGANIZZAZIONE DEL GOVERNO DAL BASSO E MENO CENTRALISTA!
    STIAMO A VEDERE QUELLO CHE SUCCEDERA’

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    • FED-2015

      i governi filo centrali europei, la casta bancaria e finanziaria, direi ridotta a trattare con le nuove forze popolari di dx e sx… sicuramente costrette a prendere in serio esame un federalismo più equo e meno filo banche e filo finanza europea

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  9. Pierangelo

    TREVISO OSPEDALE 224 milioni in Project Financing, INCREDIBILMENTE COSTOSO! VORREI SAPERE PER QUANTI ANNI ED A CHE TASSO I CITTADINI PAGHERANNO PROFUMATI INTERESSI AI GRUPPI DI COSTRUZIONE CHE SONO GLI STESSI DELL’ERA GALAN?!

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  10. Australe

    BCE, L’ITALIA NON CRESCE E LA DISOCCUPAZIONE È A LIVELLI RECORD!
    contrariamente a quello che dice Renzi ed il governo: prego documentarsi nel web
    “”””
    La Banca Centrale Europea di Mario Draghi frena gli entusiasmi del premier Matteo Renzi in merito alla ripresa del mercato del lavoro. L’ultimo studio della Bce basato sui dati Eurostat, infatti, sottolinea come il lavoro in Italia sia fermo e come, negli ultimi due anni, nel nostro Paese si sia creata meno occupazione rispetto alle principali economie dell’Eurozona.

    L’occupazione nell’Eurozona

    Il Bollettino economico della Bce mette in luce come l’occupazione cresca poco in Italia. La ripresa dell’Eurozona ha favorito una crescita generalizzata degli occupati, specialmente in Germania e in Spagna, mentre in Italia l’occupazione “è rimasta pressoché invariata, in controtendenza rispetto all’area euro e alle economie più piccole”. Il confronto appare in particolar modo sfavorevole se guardiamo tutte le economie della zona Euro colpite dalla crisi del debito: Spagna, Portogallo, Irlanda e persino Grecia, dove si è avuto un aumento “marcato” dell’occupazione.
    Nel complesso, in Eurozona, dal secondo trimestre 2013 al secondo trimestre del 2015, sono stati creati 2 milioni 158 occupati netti. Madrid, nel periodo di riferimento, ha fatto registrare il maggior aumento degli occupati, con 724 mila addetti in più (pari al 33,5 per cento del totale di nuova occupazione creata). In questa speciale classifica, si piazza al secondo posto la Germania con 592 mila posti (27,4 per cento) e al terzo la Francia con 190 mila posti (’8,8 per cento).
    Nel nostro Paese, invece, i numeri sono inferiori: 127 mila occupati in più nello stesso periodo (5,9 per cento del totale dell’area euro). Inoltre, l’incremento degli occupati italiani “è dipeso per il 63 per cento da posizioni a tempo parziale“, mentre nella media dell’Eurozona si è avuta una tendenza opposta: la crescita ha infatti riguardato prevalentemente posti a tempo indeterminato. Questa è la ragione per la quale gli analisti affermano che, in Italia, l’impatto della crisi è “persistente” sul mercato del lavoro.
    Il Bollettino economico fa poi un paragone con la situazione del 2008 e si scopre che “l’occupazione ha seguito profili distinti nelle quattro principali economie dell’area dallo scoppio della crisi. Se in Germania il numero di occupati è cresciuto quasi ininterrottamente dall’inizio della recessione nel 2008, la Spagna ha registrato continue diminuzioni dei posti di lavoro fino al recente punto di svolta. Il risultato è che la Germania presenta ora un’occupazione superiore del 5 per cento ai livelli pre-crisi (seconda solo a Lussemburgo e Malta), mentre il dato per la Spagna resta inferiore del 15 per cento al picco toccato prima della crisi, nonostante la forte ripresa osservata di recente”.

    Prospettive di crescita a rischio

    Secondo quanto emerge nel Bollettino economico della Banca centrale europea, l’attività economica globale continua su una strada di ripresa graduale ma disomogenea e il futuro appare contrastato: “Le prospettive per le economie avanzate sono sostenute dai bassi prezzi del petrolio, da condizioni di finanziamento ancora favorevoli, da miglioramenti nei mercati del lavoro e dal clima di fiducia più positivo, nonché dal venir meno degli effetti avversi derivanti dalla riduzione dell’indebitamento del settore privato e dal risanamento dei conti pubblici“. Futuro contrastato perché sullo scenario mondiale pesano considerevolmente la frenata della crescita dei paesi emergenti e i rischi geopolitici di ampia portata: “Questi rischi sono potenzialmente in grado di influire sulla crescita mondiale e sulla domanda esterna di esportazioni dell’area oltre sulla fiducia più in generale“.
    Le ultime stime macroeconomiche formulate dagli analisti dell’Eurosistema segnalano nuovi rischi al ribasso per le prospettive di inflazione e un’evoluzione dei prezzi più debole rispetto alle attese. Durante l’ultima riunione del 3 dicembre, infine, la Bce ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione nella zona Euro rispetto a quanto comunicato lo scorso settembre allo 0,1% nel 2015, all’1% nel 2016 e all’1,6% nel 2017. “””” da WEBECONOMIA.IT del 19 dic 2015

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