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1.623 Commenti

  1. DALRIO

    Da LIBERO.it
    Tremonti attacca l’Europa: “Così ruba i soldi dai conti correnti”

    «Parliamo solo di cose serie: l’Europa, la crisi. Niente gossip e politica. La gente in questo momento mi pare interessata alle cose serie».
    Cosa c’è di più serio dei nostri soldi: le banche, tutto il disastro è partito da lì?
    «Tutto ha avuto inizio nel 2008 negli Stati Uniti con la crisi dei mutui subprime, che subito dopo, di riflesso, ha investito le banche del Centro e del Nord Europa, le quali, essendo già da prima in difficoltà, avevano cercato di aggiustare i loro conti e i loro bilanci investendo su titoli ad alto rendimento ma anche ovviamente ad alto rischio, come quelli greci e spagnoli».
    Come è stato gestito l’impatto della crisi dei subprime americani nel Centro e nel Nord Europa?
    «È stato operato il più colossale trasferimento di ricchezza dalle tasche delle famiglie ai forzieri della speculazione. Il trasferimento è passato dai bilanci pubblici degli Stati, per arrivare alle “banche sistemiche” che hanno così trovato i mezzi finanziari per pagare le controparti speculative».
    Non bastava questo: era necessario anche il bail-in, la legge Ue che prevede che siano i risparmiatori con i loro conti corrente a tappare i buchi delle banche?
    «Non potendo più usare i soldi dei contribuenti, si è pensato di usare i soldi dei risparmiatori. Questa è la base di pensiero che ha ispirato il bail-in».
    Però il bail-in l’hanno votato tutti, Italia compresa: i governi Letta e Renzi non sapevano quello che votavano?
    «Mi permetto di segnalarle che contro il bail-in non solo ho scritto definendolo come un mostro europeo in arrivo, ma ho anche votato in Senato. Altri hanno votato diversamente. Il bail-in è comunque una regola demenziale: è come se per fermare uno che guida come un pazzo, anziché abbassare il limite di velocità, gli si alzasse il costo della polizza Rc auto, con il particolare che l’Rc auto non la pagano i guidatori ma i risparmiatori».
    Cosa è successo alle banche italiane?
    «A partire dal 2009/2010 il governo ha offerto alle banche la possibilità di rafforzarsi attraverso capitali pubblici. È in questa logica che nascono tra l’altro i cosiddetti Tremonti bond; ma il nostro sistema bancario rifiutò quasi in blocco l’intervento pubblico, mentre il resto d’Europa lo richiedeva».
    Un errore tragico che paghiamo oggi?
    «Lo paghiamo però soprattutto per quanto successo dopo, quando la società e l’economia italiane sono state afflitte dalla cura del dottor Monti, che derivava la propria legittimazione dall’ipotesi del disastro e che, perciò, per rafforzarsi seminava terrore e paura. Ciò poi ha prodotto gli effetti che abbiamo subito dopo cominciato a vedere. Chi semina vento raccoglie tempesta».
    Un premier non eletto: possiamo parlare di golpe?
    «Non sono stato io, ma Jürgen Habermas a definire “un quieto colpo di Stato” quello che è successo in Italia nel 2011».
    Che responsabilità in particolare attribuisce a Monti?
    «Non è possibile che un grande Paese entri in crisi così di colpo come è accaduto all’Italia. Ancora nel maggio 2011 Bankitalia scriveva che “in Italia il disavanzo pubblico è inferiore a quello medio dell’area euro e l’obiettivo di pareggio di bilancio nel 2014 è appropriato”. In realtà, le banche tedesche e francesi erano drammaticamente esposte sulla Grecia e soprattutto sulla Spagna e avevano bisogno anche dei soldi italiani per salvarsi. Il governo italiano si opponeva ai pagamenti a piè di lista. Non per caso ma pour cause, il primo atto del governo Monti fu la firma del capitolato greco, con il piccolo particolare che i nostri soldi non sono andati ai greci, ma alle banche».
    Nel suo ultimo libro Mundus Furiosus riflette sull’Europa, su dove e perché ha fallito e su se e come può salvarsi. Riflette partendo dai libri e dagli articoli che ha scritto nel corso degli ultimi venti anni (vedere scheda)…
    «Una visione resa pubblica anche in un report – datato ottobre 2008 – fatto dall’ambasciata Usa a Roma e fortunosamente rintracciato su Wikileaks, il quale recita testualmente che “Tremonti non ha un pensiero ortodosso sui benefici della globalizzazione e vuole nuove regole per la finanza”».
    E qual era invece la visione ortodossa?
    «Quella di Lehman Brothers».
    Come mai le sue tesi hanno un maggior riscontro positivo oggi rispetto ad allora?
    «Perché certi concetti solo pochi anni fa era davvero difficile farli capire. Oggi stiamo entrando in una nuova fase con il fallimento dell’ideologia tecnocratica, il ritorno dei popoli e della democrazia. La ruota sta girando».
    Chi sostiene le sue tesi è tacciato di populismo?
    «La inviterei a non usare la parola “populismo”. Usi la formula “ragione dei popoli”. Io penso che il ritorno alla democrazia, comunque si realizzi, sia positivo. Le bugie vengono dall’alto, la verità sale dal basso, la chiave è la ragione dei popoli».
    Nel suo libro scrive che l’Europa è insieme «odiosa, dannosa e stupida, non ha più vincoli democratici ed è degenerata in un colossale eccesso di potere». Com’è potuto succedere tutto questo?
    «La data chiave è il 1989. L’Unione europea lo considerò il suo “anno zero” e teorizzò che dalla nuova Germania e dalla nuova moneta potesse nascere un mondo perfetto, a partire dall’economia per arrivare alle “Vite degli altri”».
    Lei ha scritto nel 1997 Lo Stato criminogeno, un libro in cui tra l’altro si comincia a criticare l’Europa che prende la misura delle banane e dei fagioli.
    «Il disegno è stato portato avanti dall’Europa attraverso crescenti forme di integralismo giuridico. La Gazzetta Ufficiale dell’Ue conta ben 32.952 pagine solo per il 2015, messe una accanto all’altra farebbero 151 km. Fa ridere, ma non è divertente: l’ultima legge comunitaria si occupa di basilico e rosmarino, salvia e preparati per il risotto».
    Non era possibile contrastare questo processo?
    «In politica contano i numeri. Nella Ue uno contro 27. Ma non è solo questione di numeri, era crescente la forza di un blocco ideologico, culturale, scientifico e mediatico, ordinato sul pensiero unico globalista e mercatista. La stupisce che Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue dal 2000 al 2014, oggi lavori per Goldman Sachs?».
    La globalizzazione però non può essere fermata…
    «No, però è un processo che poteva essere gestito con tempi più lunghi e maggiore saggezza, nell’interesse di tutti. Ricorda la polemica sui dazi? Potevamo mantenerli per qualche anno, non per bloccare la storia, ma per comprare tempo e difendere i lavoratori. Invece tutto è stato intensificato e accelerato con feroce, e irresponsabile, determinazione».
    Siamo al dominio della finanza sulla produzione e alla dissociazione tra lavoro e ricchezza?
    «La finanza è diventata sicut deus. Alle banche è permesso l’uso dei risparmi dei cittadini non solo per gli investimenti produttivi, le famiglie e le comunità, ma anche per fare speculazioni. Sono stati legalizzati i derivati speculativi. Alla finanza è stato permesso di incorporare in società a responsabilità limitata servizi che prima potevano essere prodotti solo usando società di persone, che così rischiavano con il proprio patrimonio».
    Punti il dito: indichi colpevoli?
    «Vuole la family-foto? A muovere l’apparato c’erano idealisti convinti di agire per il bene dell’umanità, c’erano dementi presuntuosi e naturalmente c’erano individui dominati da propri interessi economici».
    E i politici?
    «Assorbiti, dominati da questo ordine di fattori, hanno via via ceduto il proprio potere per rassegnazione, convenienza e incapacità».
    Che succederà ora in Europa?
    «La situazione è drammatica, ma non sono totalmente pessimista. Gli senari possibili sono tre. Primo scenario: l’Unione continua a sovrapporsi agli Stati e ai popoli e a vivere di espedienti, come chi va a sbattere con la propria auto contro una montagna, ma continua a sostenere che non è sbagliata la cartina stradale quanto la montagna».
    Aveva detto che non è totalmente pessimista…
    «Il secondo scenario è quello del ritorno a Stati isolati tra loro, come subito dopo la guerra, una specie di retrocessione in cui gli Stati diventerebbero forse padroni del proprio passato, ma non del loro presente e del loro futuro, perché verrebbero sovrastati da forze globali superiori, a partire dalla finanza».
    E passando all’ottimismo?
    «C’è lo scenario in cui credo di più, quello confederale. La Confederazione tra gli Stati europei. Gli Stati non sono più, come mezzo secolo fa, pericolosi incubatori di guerre, ma gli ultimi contenitori di quel che resta della democrazia».
    È un ritorno alle origini?
    «Sì, un ritorno ai principi del Trattato di Roma del 1957. Allora si usò la parola Unione per questioni di prospettiva, tuttavia, di fatto, si trattava di una confederazione in cui gli Stati mettevano in comune il carbone, l’acciaio, l’agricoltura e poi via via il mercato. Ed è così che si arriva al mitico Mec».
    Lo scenario però è molto cambiato…
    «Ma la formula resta quella giusta. Aggiornandola, si dovrebbe mettere in comune, per esempio, l’intelligence contro il terrorismo.
    Tutto il resto va lasciato alla sovranità dei popoli».
    Monti, con lei presente, ha sostenuto in tv che lei ormai si limita a tracciare dotte cosmogonie d’Europa: cosa gli risponde?
    «Per la verità, durante quella trasmissione mi sono limitato a parlare di Europa-dinosauro e a ricordare l’ipotesi scientifica secondo cui la vita dei dinosauri sarebbe finita con la caduta sulla terra di una pioggia di asteroidi. Sull’Europa-dinosauro in venti anni si sono abbattuti quattro asteroidi: l’allargamento, la globalizzazione, l’euro e la crisi. Ciascuno da solo capace di produrre fortissimi effetti. Tutti insieme, in sequenza, causa di implosione o di esplosione. Invece di accorgersene, si applaudiva, finché – appunto – è arrivata la crisi. Seppure parlando in modo semplice, non mi pareva di fare intrattenimento. Per la verità mi ricordo che, essendo la trasmissione nella notte di Brexit, mi ero anche permesso di segnalare il fortissimo valore indicativo dell’interesse degli inglesi per Downtown Abbey, sintomo di nostalgia per il passato. Ma anche questo non mi sembrava un argomento da intrattenimento».
    Nel suo libro accusa i leader dell’Europa di sonnambulismo. Cosa intende?
    «La cosa che più mi colpisce di quanto sta avvenendo è che proprio chi ha costruito questa Europa non capisce com’è fatta. Guardi l’esempio della Turchia».
    Ma la Turchia non si vorrebbe farla entrare in Europa?
    «L’articolo 49 del Trattato costitutivo della Ue dice che per entrarci i Paesi devono condividerne i valori. Lei pensa che si possa imporre a una nazione di cultura e religione islamica l’applicazione del diritto comunitario, a partire, per esempio, dalle regole sulla horizontal family? Pensa che ottempererebbero alle sentenza della Corte di Giustizia Ue che afferma questi valori? Pensa che pagherebbe le sanzioni per le violazioni?».
    L’Europa rischia di essere travolta dall’emergenza immigrazione: c’è un modo per gestirla?
    «Io ricordo la scrittura della proposta di legge del 2000 a iniziativa popolare e a firma Berlusconi-Bossi-Tremonti-Urbani, la base sostanziale di quella che nel 2002 è diventata la legge Bossi-Fini».
    Fu accusata ti essere è una legge razzista…
    «Per la verità, l’articolo 1 si basava sul principio dell’“aiutiamoli a casa loro”. Si prevedeva che lo Stato rinunciasse a un punto di Iva sui prodotti venduti da negozi collegati ad associazioni di volontariato attive in Africa, a patto che fosse investito per creare economia laggiù. Ovviamente l’Europa ha sempre bocciato questa proposta, rivendicando che l’Iva fosse cosa sua. Ora con il cosiddetto Migration Compact l’Europa si prepara a mandare i soldi di tutti gli europei in Africa, ma gli africani non li vedranno mai. Andranno direttamente nelle tasche dei dittatori, che li spenderanno in armi o li depositeranno in Svizzera».
    Ma ormai l’immigrazione sembra un fenomeno inarrestabile: è un problema o una risorsa?
    «Valli e muri non bastano a fermarla, ma sono utili quantomeno perché servono a tranquillizzare i cittadini e a trasmettere sicurezza. E questo è un bene per tutti».
    Nel suo libro lei dedica una parte anche alle conseguenze economiche dell’immigrazione…
    «I maestri del pensiero unico europeo ci spiegavano che la società ideale sarebbe stata meticcia e che gli immigrati ci avrebbero pagato le pensioni e avrebbero fatto i lavori più umili al nostro posto, una sorta di popolo di ricambio di serie B».
    E come la mettiamo con il terrorismo?
    «Questo è anche un effetto di una tendenza che nell’ultimo decennio si è manifestata in Occidente: quella di esportare la democrazia come fosse un McDonald’s. Dimenticando che la democrazia è un processo di lungo periodo e non un prodotto istantaneo. Appena 40 anni fa la democrazia non c’era in Grecia, Portogallo e Spagna, in mezza Germania e in tutto l’Est europeo».
    Adesso mi dice che gli attentati che stanno devastando l’Europa ce li siamo cercati?
    «Non arrivo a questo ma dico che abbiamo forzato e sfidato le tradizioni altrui. Abbiamo dimenticato che la Patria è in senso biblico la terra dove riposano le ossa dei padri. Una cultura profondamente diversa non la integri in forma istantanea ed è anche per reazione che si sta realizzando la terribile profezia di Carl Schmitt. Nel saggio “La teoria del partigiano” profetizza un nuovo tipo di terrorismo che proprio nella religione trova la sua patria”».
    Lei era molto vicino alla dottrina sociale di Ratzinger. Cosa pensa di quella di Papa Francesco?
    «Tra l’altro, sono stato molto colpito dalle parole sull’Europa che il Papa avrebbe pronunciato durante un volo in aereo: sovranità tradite, identità sbiadite, un’Unione troppo massiccia, il ritorno alle radici, dare più indipendenza, sana disunione, più libertà agli Stati dell’Unione. Mi sembra che queste parole rivelino un’alta capacità di giudizio».
    Concludiamo sul referendum sulla riforma Costituzionale: che cosa voterà?
    «Voterò un assoluto NO».
    Perché?
    «Ho appena letto un documento estremamente autorevole in cui ancora si scrive che la riforma porterebbe al superamento del bicameralismo perfetto, con una riduzione dei compiti del Senato, sostanzialmente concentrato sul tema delle Regioni. È assolutamente falso: il nuovo Senato non elimina il bicameralismo ma realizza un bicameralismo stortato».
    Questa non l’ho mai sentita…
    «La riforma attribuisce al Senato competenze paritetiche con la Camera sull’Europa, a partire dai trattati per arrivare al risparmio. Saremmo l’unico Paese al mondo con una Camera di origine locale a cui si affidano competenze internazionali».
    I fautori del No lamentano anche che di fatto sarebbe una Camera di non eletti…
    «Infatti, il Senato non sarebbe eletto dal popolo e non si scioglierebbe mai ma i senatori si autorigenererebbero in perpetuo. Il risultato sarebbe quello di attribuire il potere sull’Europa (che non è un’astrazione, come è particolarmente chiaro dopo la Brexit, una parte centrale della nostra vita) a una bestiraio politico assolutamente assimmetrico rispetto allaa Camera, il che è l’opposto della governalbilità. Avremmo senatori locali con uno sconfiato potero di veto, di voto, di ricatto».
    Ma il nuovo Senato non voterà la fiducia al governo, quindi in teoria avrà meno potere di ricatto?
    «Il presidente del Consigio dovrà andarci assistito da indovini e cartomanti e per beffa, avendo detto d’eessere l’ultimo a chiedere la fiducia in Senato, senza neppure potere imporre il voto di fiducia».

    di Pietro Senaldi
    @PSenaldi

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    • Walter B.

      aldila’ che piaccia o no tremonti, non avevo letto il suo libro e leggo ora una sintesi che mi trova assolutamente d’accordo ed invito tutti a leggere: parole di un grande economista con una lunga esperienza di governo ed internazionale

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  2. Raimondo

    Da LIBERO.it
    La lotta di Feltri contro l’euro. Ecco lo speciale di Libero

    Domani, cari lettori, troverete su Libero un servizio imponente che cerca di spiegare con dovizia di particolari perché l’ euro e l’ Europa sono una vera iattura per l’ Italia e gli italiani, da anni ormai in grave difficoltà. Il nostro giornale non è nuovo a iniziative di questo genere: da almeno un paio di mesi pubblichiamo articoli che dimostrano la dannositá di Bruxelles. Ma stavolta abbiamo compiuto uno sforzo assai intenso per soddisfare una necessità di tanta gente: capire i motivi per i quali la appartenenza all’ Ue del Paese in cui viviamo è da considerarsi una disgrazia.

    Il professor Becchi, docente all’ Università di Genova e noto commentatore di cose politiche ed economiche, si è preso la briga di formulare cinquanta domande che interpretano i dubbi più diffusi tra la gente comune, e di rispondervi con un linguaggio comprensibile a chiunque, allo scopo di fare chiarezza sul tema: conviene rimanere intrappolati nella moneta unica e nei gangli burocratici dell’ Unione oppure urge che la nostra patria torni a decidere autonomamente il proprio destino?

    La tesi di Becchi è inequivocabile: occorre rientrare in possesso di tutta la nostra sovranità nazionale. Quello del professore non è un proclama ideologico, si tratta di una analisi scientifica che lascia poco spazio a critiche razionali, basandosi su elementi concreti e la cui veridicità è documentata.

    Siamo convinti che il servizio in questione sia un contributo importante alla conoscenza del problema dei problemi: quello di un’ Europa che dopo molti lustri dalla fondazione non è ancora in grado di assolvere alle sue funzioni di organizzazione e di coordinamento dei propri membri, ciascuno dei quali ha tradizioni, leggi, economia, cultura e lingua incompatibili con quelle di altri Paesi obbligati a stare sotto il medesimo tetto normativo.

    Supponiamo che domani, leggendo le pagine che abbiamo sommariamente descritto, l’ acquirente di Libero avrà facoltà di soddisfare ogni interesse a riguardo della materia della quale discettiamo. Dopo di che, arricchitosi delle informazioni indispensabili, egli emetterà il giudizio che ritiene più giusto. A noi preme che si arrivi presto a un referendum che permetta agli italiani di far sentire la propria voce al potere politico, che finora ha agito senza consultare il popolo. La democrazia non è astrazione, ma pratica. Altrimenti è una presa in giro.

    Vittorio Feltri

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  3. Fidia78

    Caro Lorenz, bastasse un appello!? sono anni che tutti noi facciamo appelli, ora serve solo un VOTO DI PROTYESTA E SEGNALE CHIARO! votiamo tutti il Movimento 5 stelle, VERIFICANDO POI, che realmente facciano quelòlo che promettono

    Rispondi
  4. Lorenz

    LO STATO chiede
    di aumentare l’età
    delle pensioni perché in EUROPA tutti
    lo fanno.

    NOI CHIEDIAMO IN CAMBIO:

    – di arrestare tutti i politici corrotti , di allontanare dai pubblici uffici tutti quelli condannati in via definitiva o che patteggiano perché in EUROPA tutti lo fanno, o si dimettono da soli per evitare imbarazzanti figure.

    NOI CHIEDIAMO

    -di dimezzare il numero di parlamentari perche´ in EUROPA nessun paese ha cosi´tanti politici !!

    NOI CHIEDIAMO

    – di diminuire in modo drastico gli stipendi e i privilegi a parlamentari e senatori, perché in EUROPA nessuno guadagna come loro.

    NOI CHIEDIAMO
    – di poter esercitare il “mestiere” di politico al massimo per 2 legislature come in EUROPA tutti fanno !!

    NOI CHIEDIAMO

    – di mettere un tetto massimo all´importo delle pensioni erogate dallo stato (anche retroattive), max. 5.000, 00 euro al mese di chiunque, politici e non, poiche´ in EUROPA nessuno percepisce 15/20 oppure 93.256,00 euro al mese di pensione come avviene in ITALIA per gli ex dirigenti di stato.
    Il 10% del costo delle pensioni italiane appartiene a questi soggetti.

    NOI CHIEDIAMO

    – di far pagare i medicinali visite specialistiche e cure mediche ai familiari dei politici poiche´ in EUROPA nessun familiare dei politici ne usufruisce come avviene invece in ITALIA dove con la scusa dell´immagine vengono addirittura messi a carico dello stato anche gli interventi di chirurgia estetica, cure Balneotermali ed elioterapioche dei familiari dei nostri politici !!

    CARI MINISTRI

    – avete votato unanime l’aumento del 300% dei vs rimborsi spese, portandolo a 150.000,00 euro annui oltre ai 19.600,00 euro di stipendio mensile che vi paghiamo.

    – non ci paragonate alla GERMANIA dove non si pagano le autostrade, i libri di testo per le scuole sono a carico dello stato sino al 18° anno d´eta´, il 90 % degli gli asili e nido sono aziendali e gratuiti e non ti chiedono 400/450 euro come gli asili statali italiani !!

    IN FRANCIA

    – le donne possono evitare di andare a lavorare part time per racimolare qualche soldo indispensabile in famiglia e percepiscono dallo stato un assegno di 500,00 euro al mese come casalinghe piu´ altri bonus in base al numero di figli .

    IN FRANCIA

    – non pagano le accise sui carburanti delle campagne g napoleone, mentre per noi la pressione fiscale su ogni litro è del 75% e paghiamo ancora per la guerra d´abissinia!!

    IN INGHILTERRA

    il capo della polizia di Scotland yard guadagna la metà rispetto ad un questore italiano.
    -loro non fanno parte dell UE e non versano tributi a fondo perso per mantenere i nostri politici.

    IN BELGIO

    tutte le visite mediche e le ecografie delle gestanti sono a carico dello stato oltre al sussidio di disoccupazione di 900,00 euro fino a quando troverai o ti daranno lavoro.

    IN SVEZIA

    lo stato regala ad ogni pensionato una bicicletta o l’esenzione del biglietto di trasporto al fine di raggiungere a costo zero i centri commerciali.

    NOI CHIEDIAMO A VOI POLITICI

    che la smettiate di offendere la nostra intelligenza, il popolo italiano chiude 1 occhio, a volte 2, un orecchio e pure l´altro ma la corda che state tirando da troppo tempo si sta´ spezzando.

    Chi semina vento,
    raccoglie …..tempesta !!!

    SE APPROVI,
    PUBBLICA E DIFFONDI QUESTO MESSAGGIO E CHIEDI AD ALTRI DI FARLO!!!!!
    Inoltrare a rafficaaaaaaaaaaa

    Rispondi
  5. DB16

    leggo l’intervista su libero a Colomban; ritengo che sarà eventualmente solo grazie a interviste come queste che (forse) matureranno le condizioni (sia in termini di pensiero dominante che di “possibilità” politica interna) affinché effettivamente venga abbandonato quel progetto fallimentare che è la moneta unica e con essa le politiche di Bruxelles che altro non hanno come effetto che quello di deprimere le economie già in difficoltà a vantaggio (artificialmente creato) di quelle più forti.
    L’avevamo in parte già sperimentato in Italia con un’economia del sud che non poteva competere con il nord, ma non siamo stati capaci, come Stato, di fare tesoro di quell’esperienza che invece abbiamo replicato diventando, tutta l’Italia insieme ad altri, il “sud Europa”….

    Rispondi
  6. Erudito1

    HA RAGIONE, STRARAGIONE, COLOMBAN! perfino il Vicepresidente Emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena afferma le stesse cose ” …è stato un errore entrare nell’euro, con un cambio sopravalutato per noi è sottovalutato per la germania… Abbiamo perso la sovranità monetaria…” La Germania che dirige la bisca monetarista ” impone all’Italia l’austerità e contemporaneamente di ridurre il debito… Come usare contemporaneamente il freno e l’accelleratore…”
    …”l’impianto normativo comunitario é incompatibile con i principi fondamentali della nostra costituzione”…”ritengo che l’Italia debba uscire immediatamente dall’euro”…”occorre che i nostri governanti NON si assoggettino ai cosiddetti poteri forti.. La forza di questi poteri detti FORTI è solo fittizia essendo formata da 1,2 quadrilioni di dollari di derivati! E cioè 2 volte il PIL mondiale… Basterebbe che gli ordinamenti nazionali negassero validità giuridica a questi strumenti finanziari per mettere in ginocchio la finanziarizzazione dei mercati e far emergere delle economie reali nazionali”””
    Da Libero.it del 27/8/2016 pag 12

    Rispondi
  7. Russo-S

    Ho letto anch’io e dico sacrosanto tutto, meno la definizione di catto-sindacal-comunisti …. Non dobbiamo generalizzare o dare etichette di destra e sinistra a governanti che razzolano male: ce ne sono troppi, la stragrande maggioranza, ed in tutte le aree politiche
    LA VERA RIVOLUZIONE SAREBBE UNA LEGGE ANTICORRUZIONE CHE INTERDISSE A VITA AI CORROTTI AD OPERARE NELLO, O PER, LO STATO!
    Questa sarebbe la vera rivoluzione, INNOVAZIONE, e se avvenisse non sarebbe né di destra né di sinistra, ma di governanti capaci, con gli attributi!

    Rispondi
  8. Fed-sami

    Libero di oggi, pag 6, intervento sacrosanto di Colomban, un vero guerriero ed imprenditore libero!

    Rispondi
  9. FreshNews

    BANCHE VENETE, da LIBERO, Don Torta “TRUFFATORI, ECCO COSA DOVETE FARE”
    Alla sua età, 78 anni, tanti colleghi di Don Enrico Torta hanno appeso l’abito al chiodo da anni. Lui invece non sembra averne abbastanza e si è messo alla testa dei tanti risparmiatori truffati dalla Popolare di Vicenza e da Veneto Banca. Il fenomeno è ben noto ai lettori di Libero, sono circa 205 mila i correntisti che negli ultimi tre anni si sono visti bruciare sotto gli occhi 19 miliardi di euro. Come riporta il Giorno, alla vigilia di Ferragosto, il parroco di Dese, piccola comunità vicina al capoluogo veneto, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera ai manager delle due banche per una ramanzina che scuote d’orgoglio tutti i truffati: “È stato commesso un crimine – ha detto don Enrico – e ora a pagare sono i risparmiatori. Devono mettere a posto tutto quello che è stato defraudato. Devono dare indietro i soldi. Sono convinto che ci sono fondi nascosti per garantire la salvezza delle banche. Hanno tante case, palazzi, quadri… – ha aggiunto il prete – che vendano tutto e che diano i soldi ai risparmiatori”. Secondo il parroco di Dese la truffa non ha niente di diverso di una bestemmia: “Quando il denaro entra nel cervello non si riesce più a controllare, uno diventa avaro senza accorgersene. E allora le persone non valgono più niente, valgono i miliardi, i paradisi fiscali”.

    Anche don Enrico come i tanti rispamriatori truffati si chiede dove fosse lo Stato e gli organi di controllo quando tutti quei soldi venivano mal gestiti dai banchieri. Però conserva una speranza fortissima: “La giustizia deve tornare a essere alla base dell’etica. Questa riflessione deve essere nazionale, le persone devono aprire gli occhi”.

    Rispondi
  10. MARIO- 58

    MA C’E’ QUALCUNO FRA I GOVERNANTI CHE HA UN PO’ DI SALE IN ZUCCA… E SI RENDE CONTO CHE SOLO FACENDO CRESCERE LE IMPRESE ED IL PIL, ELIMINANDO BUROCRAZIA E TROPPE TASSE E VESSAZIONI CHE LE DECIMANO, POTRANNO FAR RIPARTIRE L’ECONOMIA, E QUINDI LA DEMOCRAZIA ED IL BENESSERE DEI CITTADINI

    Rispondi
    • AlbertDM

      Ben detto Mario, ma ti sei posto una domanda e la risposta è purtroppo molto deludente: la distruzione del PIL e delle imprese ( -30%) è oramai danno fatto
      Dire che hanno agito supini alla Germania ed ai Monetaristi assassini è dire poco, purtroppo!

      Rispondi

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