Fatto: Un’azienda riceve una verifica a campione da parte dell’Inail ma nonostante l’esito negativo del controllo, riguardante l’impianto di messa a terra risultato del tutto a norma, le viene addebitato il costo dell’accertamento: 680 euro cui aggiungere la prestazione dell’elettricista, da mettere a disposizione il giorno della verifica, ovviamente pagato di tasca propria dal titolare. Nel mare magnum di veri e propri mostri burocratici e norme cui devono sottostare le piccole e medie imprese, il fatto che i controlli dal Decreto 165 del luglio 2005 siano a carico dei datori di lavoro fa veramente infuriare, così come accaduto nei giorni scorsi ad un’azienda metalmeccanica di Vittorio Veneto. Di questi controlli infatti, finora, non v’era traccia. Ma soprattutto non era mai emerso che chi è perfettamente in regola è comunque tenuto a pagare!!!. La ditta in questione è un’azienda del Veneto che ha una ventina di dipendenti e che produce lavorati in ferro.

Un’impresa che, nonostante la crisi, riesce ad andare avanti. Alcuni mesi fa il titolare aveva rifatto completamente l’impianto elettrico e, come previsto dalla legge, aveva presentato all’Inail i progetti e le dichiarazioni di conformità. Nei giorni successivi gli veniva però comunicato che di lì a poco vi sarebbe stato un controllo degli ispettori dell’Inail. Ma v’è di più: al titolare si è chiesto dunque, già in via preventiva, di provvedere al pagamento di un bollettino da 681 euro!!. Ma non solo. Il giorno del controllo, oltre a procurarsi progetti e dichiarazioni di conformità, l’imprenditore ha dovuto mettere a disposizione degli ispettori un tecnico qualificato che ha redatto il verbale da timbrare, firmare, e a quel punto inviare all’organo di vigilanza competente, ovvero lo Spisal.

Il tutto in una situazione di totale conformità alle norme sulla sicurezza, visto che l’impianto, come verificato al termine dell’ispezione, era stato fatto a regola d’arte. “E’ veramente un’assurdità“.Siamo veramente alla folliapura. L’impresa in questione aveva appena pagato 700 euro per mettere a nuovo l’impianto ed aveva pagato le spese di certificazione, rispondendo agli adempimenti obbligatori previsti dalla legge. Ma che si paghi pure il controllo a campione dell’Inail è inaccettabile. E’ come se la polizia, dopo un controllo, ti dicesse di pagare anche se è tutto a posto. Non si può chiedere il sangue agli imprenditori, specie a quelli delle piccole e medie aziende del Veneto». Ma come mai il problema emerge solo ora?.Di queste verifiche a campione ce ne sono sempre state pochissime, ed in genere erano mirate . Diciamo che nella prassi non era mai accaduto di trovarsi davanti a situazioni di questo tipo.  D’altro canto purtroppo è lo stesso decreto del Presidente della Repubblica a stabilire che gli oneri del controllo, gestiti nonostante l’accorpamento con l’Inail dagli uffici ex Ispels , siano a carico del datore di lavoro. Roba da non credere…

A questo punto caro Premier quando rottareremo queste assurde e vessatorie burocrazie? Quando eliminerete leggi e decreti insensati e pazzeschi che mettono sempre più in difficoltà le imprese che hanno voglia di andare avanti nonostante tutto? Questo è un altro fondamentale aspetto di cui occuparsi subito, così non si può andare più avanti, da queste parti…la misura è troppo colma! Cambiare subito leggi , decreti, lacci , lacciuoli , vincoli, adempimenti e chi più ne ha più ne metta, che deprimono e ammazzano l’impresa e certo non aiutano chi cerca di resistere.!

QUESTA SAREBBE LA PRIMA-VERA E GRANDE RIVOLUZIONE DI CUI IL PAESE ED IL VENETO HANNO URGENTE BISOGNO.

Nicola Ramundo

Presidente Osservatorio del Cittadino – Contribuente