I gerarchi europei contestano a Roma i mancati tagli alle spese pubbliche pazze. Roma contesta a Bruxelles le sue spese pazze… Assistiamo ad accuse reciproche ridicole e vergognose.

Mentre l’Europa ed il nostro Paese soffrono maledettamente per tasse troppo elevate, che impediscono una crescita e una normale vita alle nostre imprese, e per una burocrazia all’ennesima potenza, mi domando cosa fanno i nostri governanti romani e europei: si contestano reciprocamente le troppe spese?!

Mentre l’Europa si è fermata e l’Italia arretra oramai da decine d’anni, la burocrazia e l’eurocrazia bisticciano: ma non sarebbe ora che questi governanti facessero un salutare taglio alle loro spese? Non sarebbe ora che questi governanti, romani ed europei, riducessero la loro asfissiante pressione fiscale e la loro asfissiante pressione burocratica, lasciando le genti operare per far ripartire quello sviluppo senza il quale i cittadini non vivono con benessere e futuro?

Credo che sia giunto il tempo (anzi è già superato!) di mettere un limite ai costi e alle spese dei governi e dell’organizzazione, sia politica che pubblica! Anziché bisticciare sarebbe bene che i nostri politici, italiani ed europei, si mettessero a lavorare, assottigliando le loro organizzazioni, e quindi le relative spese, per diventare utili e non oppressivi. L’efficienza e l’innovazione non deve essere reclamata solo alle imprese, ma all’organizzazione tutta, iniziando da quella politica ed amministrativa.

Il futuro dell’Europa e delle sue comunità parte anche da qui: da una salutare ristrutturazione e riduzione delle spese, riduzione e riqualificazione dell’organico, taglio delle spese “pazze”, lasciando  più risorse nei territori e quindi ai cittadini.

Geronimo, 27 ottobre 2014