Nasce la “Carta di CastelBrando”, un documento che racchiude la sintesi delle misure necessarie per risanare il bilancio dello Stato, rilanciare l’economica italiana, l’occupazione e il reddito dei cittadini. Misure che in occasione del Forum “Lavoro, Impresa, Paese” dell’8 luglio 2013 sono state condivise, discusse e concordate con le centinaia di imprenditori, oltre a economisti e legislatori di tutti gli schieramenti politici, presenti a CastelBrando di Cison di Valmarino nel forum organizzato da ConfAPRI e Apindustria Vicenza. Un documento sinergico elaborato da associazioni a rappresentanza di oltre un milione di imprese e 5 milioni di lavoratori.

Cosa dovrebbe fare il Governo per far sì che la ripresa dell’Italia ci sia e subito?

Deve iniziare dalle misure che riducono il debito e liberano risorse oggi depauperate in spese improduttive, qualche volta assurde ed inutili, ovvero:

A)     ridurre urgentemente il debito pubblico attraverso la privatizzazione di immobili, partecipazioni, concessioni, licenze, diritti e altro per circa 300 miliardi di euro e utilizzando le riserve in valuta e auree della Banca d’Italia, oscillanti fra i 100 e i 140 miliardi di euro. Così possiamo portare il debito pubblico, nell’arco di un quinquennio, da 2.000 a 1.500-1.600 miliardi di euro (dal 124% al 90%, o al massimo al 100%, circa del PIL), risparmiando da un minimo di 20 e fino a 45 miliardi annui di interessi e rendendo lo spread sul debito pubblico italiano molto meno instabile di quanto non sia oggi;

B)     tagliare altrettanto urgentemente la spesa pubblica, nell’arco di 5 anni, dall’attuale 47% al 40% del PIL (da 800 a 625/700 miliardi di euro), avvicinandoci alla media dei 5 paesi OCSE più virtuosi. Circa 20/45 miliardi arriveranno dal calo della spesa per interessi, indotto dalla riduzione del debito, mentre gli altri 80/140 miliardi circa sono ottenibili dalla cancellazione della piaga della corruzione (-10/70) miliardi), da una riduzione della spesa per la gestione della struttura dello stato – ministeri, regioni, provincie, comuni, enti pubblici – (-15 miliardi), dalla revisione delle pensioni di invalidità (-10 miliardi), dall’eliminazione dei sussidi alle imprese (-15/20 miliardi), dalla modernizzazione e razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi intermedi più in generale (-10/15 miliardi) e da altre razionalizzazioni (-20/35 miliardi).

C)     ridare fiato e vigore all’economia, alle imprese, all’occupazione e al reddito dei cittadini attraverso le seguenti leggi e provvedimenti urgentissimi, rinegoziando contestualmente con la BCE e l’Europa le scadenze, i tassi di interesse, il patto di stabilità escludendo, e quindi pretendendo cassa, per il rilancio delle infrastrutture che non sono spesa ma investimenti per lo sviluppo e per il futuro del paese:

1 – Drastica legge anticorruzione: nuova, chiara e immediata legge contro la corruzione, soprattutto nel settore pubblico, che brucia e sottrae allo Stato, e quindi alle tasche dei cittadini, oltre 60 miliardi di euro all’anno (stima concorde della Corte dei Conti, Banca d’Italia e Banca Mondiale);

2 – Sblocco immediato dei circa 100 miliardi di euro dovuti dallo Stato e dagli Enti alle imprese. Con soli 10 miliardi di incremento del fondo di garanzia del MEF (dei quali 8 rientrerebbero dalle tasse e quindi il costo finale per il governo sarebbe di soli 2 miliardi più interessi) si permetterebbe subito alle imprese di farsi anticipare i 100 miliardi dalle banche che oggi hanno liquidità, rilanciando l’economia (imprese ed occupazione) e generando una crescita in tre anni del 6-9%, un più 3% all’anno di incremento del PIL;

3 – IRAP-IMU-IVA: abolizione dell’IRAP entro il 2014, assurda e demenziale tassa (incostituzionale?) contro l’occupazione; ri-modulazione dell’IMU che non pesi oltre il 5% del reddito lordo su tutte le attività produttive; pagamento dell’IVA solo a incasso avvenuto;

4 – Social Housing & riqualificazione urbanistica nazionale: un milione di abitazioni vuote, vincolate dalle banche, vengano date al prezzo di mercato alle famiglie richiedenti attraverso un contratto di mutuo con riscatto (garantito dallo Stato) dando un tetto ad un milione di famiglie, riqualificazione urbanistica nazionale che rilancerà un settore trainante dell’intera economia;

5 – Tutela del Made in Italy & Taste of Italy: marchi utilizzabili solo da chi produce almeno il 90% in Italia, che avranno un’IVA ridotta, introducendo un’ IVA maggiorata o dazi sulle importazioni di beni o servizi che danneggiano i produttori e lavoratori italiani. Ri-Made in Italy & Taste of Italy: rilancio e sostegno, con specifiche leggi e provvedimenti, del Made in Italy e delle preziosità del wine&food, dell’agricoltura, della cultura e del turismo italiano nel mondo che vanno promossi con il marchio “Italy” per tematismi e veicolati globalmente nelle reti web dell’ICE, ENIT e altri Enti in maniera concertata e non dispersiva come ora in 13.000 enti che sprecano centinaia di milioni/anno di fondi pubblici;

6 – Riduzione delle tasse per le imprese e per i lavoratori, riportandole alla media dei paesi OCSE più virtuosi; esenzione per alcuni anni per le nuove imprese, le start-up tecnologiche e loro investitori, per i giovani e per i disoccupati e cassaintegrati che beneficeranno di zero tasse/tributi nei primi 3-5 anni;

7 – Ammodernamento della giustizia italiana, oggi classificata fra le più arretrate al mondo (una giustizia celere e di qualità è la premessa per un corretto svolgersi delle attività economiche);

8 – Tutta una serie di altre misure di buon Governo: si vedano >>> i pilastri del Buon Governo nel blog ConfAPRI.

La presente Carta verrà aggiornata costantemente in relazione all’evolversi della situazione economica.

Vedi come risanare l’Italia ed il bilancio di Stato ConfAPRI_Idee per risanamento dello stato

 

Forum Lavoro, Impresa, Paese – i documenti e il video vedi >>>